1 manutengoli del fascismo contentati del "parecchio" 5; ma nel 1919 adottarono il programma territoriale piu estremista per poter rimproverare ai responsabili della guerra di non aver saputo soddisfare tutte le "aspirazioni nazionali." S'intende che anche toccando questo punto, bisogna parlare di responsabili e originatori, e non di manutengoli. Ma non bisogna dimenticarli. Il fascismo non cadde dal cielo come un bolide: d'accordo. C'erano già prima nella vita italiana i suoi germi: d'accordo. Ma quei germi vanno analizzati e classificati secondo il loro ordine di precedenza e non rimescolati alla rinfusa con quelli del 1917, 1915, e magari 1898, mentre si ignorano i germi piu vicini e piu violenti, grazie a cui il movimento trionfò. 8. Nei mesi dall'autunno 1920 all'autunno 1922, non c'è dubbio che - ora finalmente! - non solo Giolitti e Bonomi e Facta, ma anche Salandra e Sonnino furono manutengoli del fascismo. Giolitti aveva creduto di poter addomesticare i fascisti. Bonomi e Facta non sapevano quello che volevano, e lasciarono che le. autorità militari, la polizia ed i giudici continuassero nella via intrapresa sotto Giolitti. Quanto a Salandra e Sonnino, è assai probabile che si illudessero di poter contare sui fascisti per "tornare allo statuto" - finalmente! E Albertini? Questi, per venti anni, aveva invocato un governo "forte" che tenesse a posto la "piazza." Nel 1919 e 1920 aveva creduto veder arrivare la fine del mondo in un movimento socialista, che sembrava formidabile ed era invece senza capo né coda. Sperò di trovare ora nei fascisti i "restauratori dell'ordine" per tanti anni invocato? Certo, fino all'ottobre 1922, non condannò il movimento fascista con quella nettezza che io desidererei per mettere meglio nel sacco Cajumi. Ma due fatti non è lecito ignorare: r. fedele a quella, che fu la costante del suo pensiero politico, Albertini intendeva che l'ordine - l'ordine di un conservatore, cioè la sicurezza delle classi benestanti, sempre padrone delle redini - fosse imposto a visiera alzata da un governo, che sapesse e volesse farsi obbedire, e non da bande extralegali alle quali il governo abbandonasse le redini sul collo e 2. pur riconoscendo nel movimento fascista un meno peggio, il Corriere della Sera non adottò mai la tattica feroce del sonniniano e salandrino Giornale d'Italia, che incitò metodicamente alla guerra civile; il Corriere deplorò spesso gli eccessi dei fascisti, e domandò sempre che le autorità governative uscissero dall'inerzia ufficiale e mantenessero energicamente l'ordine contro chiunque. Si attenne sempre Albertini a _questa linea di condotta? Chi non è avvocato di ufficio, non può rispondere affermativamente a questa domanda. Io ricordo ancora lo scandalo, che provai, quando lessi 1 Una lettera di Giolitti pubblicata dal giornale "La Tribuna" del 24 gennaio 1915 valutava coll'aggettivo " parecchio " le offerte fatte dall'Austria all'Italia, perché mantenesse la neutralità; ma pare che, in realtà, questo aggettivo fu introdotto nel testo della lettera dal direttore del giornale. [N.d.C.] 573 BibliotecaGinoBianco
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