Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana del 1916 all'autunno del 1917, messa di fronte a quel retore decrepito e inconcludente, la maggioranza neutralista dei deputati diventò sempre piu indisciplinata e intrigante. Da un lato Bosellt, dall'altro Cadorna, che almeno era un uomo. Questa situazione durò fino a quando il disastro di Caporetto produsse in Italià una reviviscenza del sentimento nazionale, e la sostituzione di Cadorna rese meno acerbe le polemiche, e la maggioranza parlamentare diventò meno riottosa. Si dànno situazioni in cui un uomo, che si trova in un posto di grande responsabilità, come direttore di un quotidiano influentissimo, non ha davanti a sé che due sole alternative, e deve scegliere. Non intendo con questo né attenuare gli errori di Cadorna, né quello di Albertini nell'aver sostenuto troppo a lungo Cadorna. Ma che cosa c'entrano quegli errori, col fascismo di cui Giolitti doveva essere nel 1920-21 il manutengolo? Di grazia, le istituzioni parlamentari furono abolite in Italia, da Cadorna e da Albertini, durante la guerra, oppure da Mussolini sei anni dopo la guerra? E, fra la guerra e il trionfo del fascismo, non c'è quel governo Giolitti - autunno 1920-primavera 1921 - che rese possibile la marcia su Roma del fascismo? 7. Cajumi accenna a "quel capolavoro di preparazione diplomatica" che fu il patto di Londra. Ha ragione. In quel bestiale documento bisogna cercare il germe di quella che doveva essere nel 1919 la "vittoria mutilata. " E poiché il movimento fascista sorse, crebbe, trionfò, e alla fine si stroncò, sul mito della "vittoria mutilata," è chiaro che Sonnino e Salandra vanno messi fra i preparatori e responsabili incoscienti del fascismo, ma non ancora "manutengoli," ché per essere tali avrebbero dovuto nel 1914-15 essere piu profeti dello stesso Giolitti nel 1920-2r. Orbene Albertini non ebbe nessuna parte nella costruzione - che rimase a tutti segretissima - di quel vaso di Pandora che fu il patto di Londra. E quando si cominciarono a vedere gli effetti di quanto quel vaso conteneva, cioè nell'estate del 1917, e piu ancora nel 1918, Albertini prese una posizione di critica verso la politica sonniniana (naturalmente con le cautele necessarie, dato lo stato di guerra). E finita la guerra, nel 1919, si mise risolutamente a domandare che il documento sciagurato del 1915 fosse riveduto e adattato ai bisogni reali del paese e alla possibilità della situazione internazionale. Si rese cos1 bersaglio delle piu atroci invettive dei nazionalisti, sonniniani e salandrini. Può Cajumi, innanzi a fatti di questo genere, accusare Albertini di essere stato responsabile per il patto di Londra? È strano poi che Cajumi ignori che nel 1919 il mito della "vittoria mutilata " - gelatina in cui furono allevati i microbi del fascismo - non fu proprietà esclusiva dei sonniniani, salandrini, nazionalisti, neonati fascisti e generi simili. Parteciparono in prima linea alla fabbricazione di quel mito anche i neutralisti (e clericali e giolittiani). Costoro nel 1915 si sarebbero 572 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==