l manutengoli del f ascìsmo parlamentare, e quella che doveva essere poi la pratica fascista, (ci fu mai una dottrina fascista coerente?), che doveva abolire (o peggio ridurre a burla) ogni reliquia di regime rappresentativo, poco importa se parlamentare o costituzionale. La differenza fra il Sonnino di " torniamo allo statuto" 1897 e il Mussolini del 3 gennaio 1925 e anni successivi è analoga - fatte le debite proporzioni - alla differenza fra un Bismarck e un Hitler. E questo trascurando il fatto che, anche se la dottrina sonniniana del 1897 si dovesse classificare come fascista e non come " reazionaria, " come hitleriana e non come bismarckiana, sarebbe sempre arbitrario far passare quel Sonnino del 1897 come un "manutengolo," di un movimento che né lui, né altri potevano allora prevedere. Si dovrebbe caso mai chiamarlo " precursore" salvo a chiamarlo "manutengolo" quando diventerà tale, a somiglianza ·di Giolitti (che non si ha il diritto di ignorare). 5. La parola "manutengoli" bisogna lasciarla da parte, anche quando si prende in esame l'azione di Salandra e di Sonnino nella prima guerra mondiale. È assai probabile che quella guerra, nelle loro intenzioni, doveva aprire la via affinché l'esercito italiano, dopo aver trionfato in una grande impresa nazionale, piu seria che la guerra libica, creasse, finalmente una base legale per quella monarchia alla prussiana che essi avevano sempre sognato. Ma siamo sempre H: reazione monarchico-costituzionale a viso aperto, non è illegalismo favorito sottomano dalle superiori autorità. Eppoi Salandra e Sonnino avrebbero dovuto essere profeti se nel 1914-15 avessero preveduto e voluto preparare quel che doveva avvenire in Italia dal 1920 in poi. Senza aggiungere che avrebbero dovuto essere mentecatti, se avessero preveduto quel che sarebbe successo dal 1920 in poi, e non avess~ro nello stesso tempo preveduto che una monarchia alla prussiana non sarebbe stata possibile in Italia, quando fosse andata per aria anche in Prussia e in Germania. Non manutengoli, dunque, ma pezzi archeologici, niente altro che pezzi archeologici. 6. Durante la guerra 1915-18 Albertini sostenne Cadorna, fino a quando la rotta di Caporetto produsse il cambio dell'alto comando militare. Lo sostenne contro la maggioranza della Camera, opponendo il " governo di Udine" alla Camera dei deputati, e dicendo che "il paese guardava a Udine." Tutto questo è vero. Ma non bisogna dimenticare che la maggioranza giolittiana della Camera, la quale non aveva voluto la guerra pur votandola, stava in agguato per ricondurre al potere Giolitti, affinché facesse una pace separata, e il suo bersaglio preferito era proprio Cadorna. In quelle condizioni non c'era scelta: o Cadorna. con tutti i difetti, o Giolitti con la pace separata. Uscito Salandra dal governo nell'estate del 1916, gli era succeduto nella presidenza del Consiglio un vecchio rammollito, Paolo Boselli, che doveva farsi fare iniezioni di canfora prima di parlare in pubblico o di intervenire ad una riunione internazionale. In quell'anno che va dall'estate 571 BibliotecaGino Bianco
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