Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Fu l'Italia prefascista una democrazia? Ora che Giolitti non era piu il "governo, " sospesero di essere giolittiani, . '' . . '' . e nmasero governativi. Si è detto che il Parlamento italiano fu sopraffatto nel maggio 1915 da un colpo di Stato antiparlamentare mascherato con tumulti di piazza. È vero. Ma bisogna aggiungere che nel maggio 1915 fu sopraffatto un Parlamento, che Giolitti aveva ridotto ad ombra senza sostanza. Giolitti fu punito dove aveva peccato. Conclusione Ora possiamo rischiare una risposta alla domanda se, nel periodo 19011914, l'Italia fu una democrazia. Nel settembre 1945, Ferruccio Parri affermò che in Italia non era mai esistita una democrazia. Invece Benedetto Croce affermò che l'Italia aveva posseduto un regime democratico coi fiocchi. Chi aveva ragione? Croce aveva sempre preso in burla l'ideale "illuminista" della democrazia; a questo mondo, di democrazia, per lui ce n'era anche troppa; quindi ce ne era stata piu che abbastanza anche in Italia. Bastava intendersi, al solito, sul significato delle parole. I guai cominciarono, quando Croce si mise a spiegare come qualmente l'Italia dal 1860 al 1922 era stata "uno dei paesi piu democratici dell'Europa," e che la storia italiana era stata "una non interrotta e spesso accelerata ascesa nella democrazia. " " Quel popolo, " disse Croce discutendo con Parri, " o piuttosto quelle plebi, che i vecchi governi avevano lasciate misere e analfabete e vergognosamente servili, progredf nella salute fisica, imparò a leggere e scrivere nella scuola popolare., si riunf in associazioni e camere del lavoro, ebbe leggi protettive del lavoro, giunse al suffragio universale. I deputati socialisti, dapprima uno o due, salirono a piu di 150 nel 1919." Per chi morirono Matteotti, socialista, Amendola, liberale, e Gramsci, comunista? Morirono per un'Italia democratica. Come dire allora che l'Italia prefascista non era democratica? In questo slancio di storiografia democratica, Croce dimenticò che le "plebi " italiane, per riunirsi in associazioni, fondare camere di lavoro, acquistare il diritto di sciopero, eleggere deputati socialisti, dovettero affrontare stati d'assedio, processi, carcere, difficoltà enormi sollevate da una oligarchia parlamentare, alla quale nessuno ha il diritto di attribuire il merito di progressi che essa tentò, finché le fu possibile, di impedire, ed accettò solamente quando non le fu piu possibile opporsi. A tirare le conseguenze logiche dalle opinioni di Croce, dovremmo pensare che le leghe di resistenza e le camere del lavoro le fondavano gli agenti della polizia, e che i deputati socialisti li eleggeva il ministro degli Interni, e che la lotta contro l'analfabetismo la combatterono i grandi proprietari dell'Italia meridionale, ibliotecaGino Bianco

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