Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Ftt l'Italia prefascista una democrazia? cominciò a muoversi: gli oppositori salirono da 37 a 65, e non tutti erano oppositori per burla. Gli effetti che i metodi elettorali giolittiani ebbero sulle istituzioni parlamentari italiane, si videro nel maggio 1915. Allo scoppio della guerra europea, nell'agosto del 1914, Giolitti si trovava fuori del governo. Il governo, diciamo cosf, provvisorio, che lo sostituiva, si impegnò a intervenire nella guerra. Invece Giolitti non voleva l'intervento. Erano contrari alla guerra quasi tutti i socialisti, e quasi tutti i clericali. Dietro ai socialisti e ai clericali militavano quasi tutti gli elementi attivi delle classi lavoratrici nelle città e nelle campagne. Era contraria almeno la metà della borghesia intellettuale. Se la guerra fosse stata deliberata per referendum, non piu che un quinto della popolazione vi avrebbe consentito. Nessuna popolazione consentirebbe a nessuna guerra, se avesse nove mesi di tempo per discutere il pro e il contro, come avvenne agli italiani dall'agosto del 1914 al maggio del 1915. Nella Camera erano contrari alla guerra, oltre i socialisti e cattolici, i trecento deputati - cl uecento meridionali e cento settentrionali - fedeli a Giolitti: in totale almeno. quattrocento deputati. Favorevoli all'intervento nella guerra: non piu che un centinaio. Ebbene votarono contro la guerra i soli socialisti, e pochi isolati; tutti gli altri votarono a favore o si assentarono. Fra il 1899 e il 1900 un piccolo gruppo di sedici deputati resisté al governo tenacemente fino a costringerlo a fare le elezioni generali. E l'elettorato italiano appoggiò vigorosamente quella resistenza. Le istituzioni parlamentari erano ancora vive nella coscienza del popolo italiano. Nel 1915 una strabocchevole maggioranza parlamentare si lasciò sopraffare. Da chi? Si disse e si continua a ripetere, che fu sopraffatta da tumulti di piazza, ai quali la polizia lasciò libertà di svilupparsi, mentre avrebbe represso senza tante storie ogni manifestazione contraria alla -guerra. Non c'è dubbio che vi furono tumulti di piazza. E non c'è dubbio che la polizia, strumento del governo, lasciò fare. Ma nel 1915 l'abitudine di bastonare o di ammazzare i deputati non era ancora venuta di moda in Italia, come venne al tempo dell'uomo della provvidenza che aveva sempre ragione. Che cosa temevano dunque quei trecento eroi che nel 1915 erano contrari all'intervento? Se avessero tenuto duro, avrebbero fatto massa con i cento deputati socialisti e clericali, e . avrebbero messo il re al bivio: o richiamare al governo Giolitti, o fare un colpo di Stato per poter entrare in guerra: a ognuno la propria responsabilità. Perché allora si sciolsero come neve al sole?" E come spiegare che nessuno - si badi nessuno - fuori della Camera, si levò a rivendicare il diritto di decisione per la maggioranza par• lamentare? Anche i socialisti che avevano promosso negli anni passati, a diritto e a rovescio, tanti scioperi generali, nmasero inerti. Dissero che né .. iblioteca· Gino Bianco

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