Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana maggio 1912) contrariamente favorevole alla riforma, nel quale mise in campo tutte le ragioni per cui la riforma avrebbe dovuto essere respinta, ma conchiuse che l'avrebbe votata, domandò ai suoi colleghi di Estrema Sinistra "che bel regalo" faceva loro Giolitti, e lui stesso non sapeva con quale "entusiasmo" avrebbe potuto votare una riforma della quale i clericali erano "felicissimi." Il deputato Bertolini che una volta era stato seguace cl.i Sonnino, che riferf ora sul progetto di legge, spiegò che la estensione del diritto di voto proposta dal governo aveva sopra tutto il merito di non essere chiesta da nessuno; perciò i liberali potevano essere sicuri che sarebbero rimasti sempre i padroni, cioè potevano essere "liberali" senza pericolo e senza avere l'aria di subire alcuna imposizione. Anche gli "ascari" meridionali votarono la riforma, come ne avrebbero votata, qualunque altra, che fosse proposta da Giolitti, essendo sicuri che, con quel nocchiero là, la barca della loro rielezione sarebbe sempre arrivata a buon porto. Giolitti era un parlamentare brillantissimo, che fiutava con sicurezza •le piu lievi reazioni fra quei cinquecento calabroni, che ronzavano nell'alveare parlamentare, ma aveva poca immaginazione per le forze, che lavoravano nel paese su un piano piu vasto che non fosse la Camera dei deputati. Come aveva mal calcolato nel 1893 il movimento dei fasci siciliani, cosf calcolò male nel 19n i possibili effetti del suffragio universale; come altrettanto male doveva calcolare nel 1920-21 i possibili effetti del movimento fascista. Pensò che gli sarebbe riuscito di "manipolare" il nuovo corpo eletto• rale del Sud, cosf come aveva potuto fino allora fare col vecchio. Non si rese conto che quando il suffragio quasi universale avesse portato, al Sud come al Nord, il numero degli elettori in ciascun collegio a 15 o 20 mila, le manipolazioni elettorali sarebbero diventate altrettanto difficili al Sud quanto al Nord. Inoltre non si era ancora avvisto che i contadini dell'Italia meridionale, grazie all'emigrazione, non erano piu quelli di una volta, ed avrebbero_opposto alle prepotenze governative una resistenza inaspettata. Ne consegui: che nelle elezioni del 1913 Giolitti dové aumentare enormemente nell'Italia meridionale la dose delle prepotenze e dei brogli se voleva conseguire il successo di cui aveva bisogno. Non poteva fare altrimenti. E vinse ancora una volta. Ma lo scandalo fu grande. E per giunta il numero dei deputati socialisti eletti quasi tutti al Nord, salf da 41 a 78, e nell'insieme quello di tutti gli anti-clericali di Estrema Sinistra salf da IIS a 163. E pensare che i deputati socialisti, e in genere quelli di Estrema Sinistra, avevano avuto tanta paura per quel salto nel vuoto. I clericali scesero. in campo in 300 collegi pe.r "salvare l'ordine " ma le forze dell' " ordine " scesero da 393 a 339. Anche l'Italia meridionale BibliotecaGino Bianco
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