Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana In politica le ragioni " buone " con cui si spiega quel che si ·fa, non sono sempre le ragioni "vere" di quel che si fa. Le ragioni " buone " per il suffragio quasi universale erano che per votare con buon senso la pratica della vita vale quanto il saper leggere e scrivere. Chi dal servizio militare obbligatorio era stato sbalzato in paesi lontani da quello di origine e messo a contatto con uomini di costumi diversi, aveva acquistato maggiore esperienza di chi aveva fatto la terza elementare senza mettere mai il naso fuori di casa. Chi aveva saputo cavarsela attraverso le incognite e le t~aversie dell'emigrazione in America, dimostrava di avere un'esperienza della vita superiore a quella del giovin signore che leggeva i romanzetti francesi, e non aveva dovuto superare altre difficoltà che quella di farsi il nodo della cravatta innanzi allo specchio. L'analfabeta non avrebbe potuto insegnare scienze politiche in una università, ma molti professori di università, destituiti di senso comune, erano elettori e magari senatori. Queste erano le ragioni " buone. " Le ragioni " vere " erano che Giolitti progettava la occupazione della Libia; voleva paralizzare la opposizione dei deputati socialisti a quella impresa, dividendo i riformisti dagli intransigenti, e a questo scopo gli servf la concessione ai primi del suffragio universale. Inoltre, non era possibile lasciare senza il diritto di voto una popolazione, che si sarebbe trovata im4 pegnata nella conquista della Libia, e che poteva essere anche chiamata da un momento all'altro a combattere una guerra in Europa, mentre finanche il governo austriaco aveva introdotto il suffragio universale nel 1907. Finalmente - e questo è un elemento di giudizio essenziale - il suffragio universale era ritenuto non solo poco pericoloso ma addirittura favorevole agli interessi conservatori. L'assemblea costituente francese del 1789, dopo aver proclamato nella dichiarazione dei diritti che "tutti i cittadini hanno il diritto di concorrere alla formazione della legge," li divise in cittadini attivi che pagavano imposte dirette per non meno che tre giornate di lavoro, e che erano elettori; e cittadini passivi, che furono esclusi dal diritto elettorale. Inoltre la elezione doveva farsi a secondo grado, e solo chi pagava almeno dieci giornate di lavoro era eleggibile ed elettore di secondo grado. Questi elettori di secondo grado furono non piu che 50.000 in un paese di 25 milioni. Inoltre per essere eleggibile a deputato occorreva pagare almeno 54 franchi all'anno di imposte dirette e possedere una proprietà fondiaria qualunque; m Parigi bisognava pagare almeno 750 franchi di pigione. Jaurès nella sua storia della rivoluzione francese, riconosce che dato lo stato di cultura delle popolazioni rurali, l'assemblea agf con saggezza non affidando le sorti del nuovo regime a moltitudini che potevano desiderare il ritorno dell'antico. Montesquieu dice che la democrazia non può sussistere senza "virtu." Traducendo il linguaggio ingenuo del secolo XVIII nel linguaggio smaliziato del secolo XX, diremo che le istituzioni democratiche non possono funzionare dove non emergono dalla massa della 560 BibliotecaGinoBianco

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