Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Fu l'Italia prefascista una democrazia? sono state sempre delle partite nelle quali il governo ha vinto. E nel 1919, quella volta che non giocò le sue carte, il governo mandò tutto in malora. Un governo non deve mai perdere la partita. L'errore di Togliatti consiste nell'interpretare la situazione italiana troppo sommariamente. Anzìtutto i due elettori di cui parla Giolitti che furono costretti dai loro concittadini a cambiare aria perché avevano votato contro il candidato preferito dai sullodati concittadini, non furono migliaia di elettori a cui gli agenti· governati.vi· impedissero di votare, o mettessero la scheda in mano perché votassero come piaceva al governo. Nel primo caso si trattò di incidenti sporadici, dovuti a iniziative individuali, che la progrediente educazione politica rese col tempo impossibili. Nel secondo caso si trattò di prepotenze su vasta scala promosse e praticate da quelle stesse autorità che avrebbero .dovuto per legge reprimerle. E non si tratta solo di una differenza in quantità: è differenza in qualità. La discussione deve riguardare non le iniziative sporadiche dei privati, ma l'azione metodica del governo. Nessuno nega al partito al potere di far valere le proprie influenze a favore dei propd candidati. Ma questo non è "predisporre " le elezioni in modo da dare la vittoria sempre ai propd candidati senza esclusione di mezzi .. In una competizione elettorale, il partito al governo è parte in causa, ma i funzionari governativi - pagati col denaro di tutti i contribuenti, - pur avendo ciascuno i suoi principi politici, sono giudici di campo, e come tali hanno un dovere di neutralità; quel dovere non è facile ad essere eseguito. Ragione di piu per· affermarlo, e per non dare il proprio consenso, esplicito, o peggio implicito, a chi si mette sotto i piedi quel dovere. Né si può dire che in Inghilterra, in Svizzera, negli Stati Uniti il governo " predisponga " i risultati come avvenne in Italia al tempo di Giolitti, e meglio ancora ai tempi di Mussolini, e come avviene oggi in altri siti a noi e a Togliatti non ignoti. In Italia, nel 1874, la Destra predispose cos1male le elezioni, che pochi mesi dopo fu sbalzata dal governo. Neanche nel 1900 la ciambella riusd col buco. Quando Togliatti era studente alla università di Torino, le elezioni non erano ludi cartacei né a Torino, né a Milano, né a Bologna, né a Genova: erano faccende serie. A parte ogni contestazione su tutti questi elementi della discussione, bisogna riconoscere che, dato il suo punto di vista, Togliatti ha perfettamente ragione a considerare quello di Giolitti come un fenomeno normale, cioè a dire legittimo. Metodo anormale, cioè illegittimo, cioè rovinoso per chi lo adopera, è quello di un governo che non "predispone" l'esito delle elezioni. Questo errore commise Nitti nel 1919. Faccia Togliatti un altro passo: inserisca Mussolini e Hitler fra Giolitti e Stalin e ci permetta di pensare che il suo giudizio in questa materia ci fa intravvedere quale sarebbe la sua tecnica elettorale se dovesse toccare a lui il compito di "predisporre" i resultati delle elezioni in una democrazia popolare e progressiva italiana. Il diritto di voto non rende il cittadino né piu intelligente, né piu saggio. 557 ibliotecaGino Bianco

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