Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana l'Italia meridionale abbia ricevuto dall'Italia settentrionale, non è il caso di meravigliarsene. Vito De Bellis non può non avere successori. Ci sono signore che amano di essere bastonate dall'uomo che le sfrutta. E ci sono uomini che non sono diversi da quelle signore. Ma bisogna rimanere· bene intesi che, in faccende di questo genere, giudicare il passato è anche annunziare un programma per un avvenire possibile. Gli italiani del Mezzogiorno debbono rendersi conto che se i metodi elettorali giolittiani ritorneranno a disonorarli, la responsabilità di quel disonore sarà dovuta a loro stessi, e non allo " Stato " o al " governo. " Sono essi che debbono decidere se intendono funzionare come colonia dell'Italia settentrionale non solo per il consumo della cotonina e dei campanelli elettrici, ma anche per l'allevamento degli ascari parlamentari a servigio di chi produce i campanelli elettrici e la cotonina. Nel Discorso su Gi"olitti, che ho già avuto occasione di ricordare, Togliatti, che alla vigilia della prima guerra mondiale era già arrivato all'età della ragione, ed ha buona memoria, non ha passato sotto silenzio la " politica elettorale giolittiana," con il sistematico intervento dall'alto del ministro dell'Interno, "alla testa di tutte le forze dello Stato e disposto all'impiego di tutti i mez~i per assicurare la riuscita dei candidati governativi e schiacciare gli altri. " "I fatti," ha detto Togliatti, "non possono essere negati, né può esserne ridotta l'importanza. " Ma ha aggiunto che accertare i fatti è meno che niente: bisogna "comprendere la struttura della società politica e civile, in cui l'individuo opera, e stabilire il rapporto fra quella struttura e l'azione dell'individuo. I metodi elettorali di Giolitti erano perfettamente adeguati alla società, in cui l'uomo operava." Infatti - spiega Togliatti - Giolitti racconta nelle Memori·e che quando fu eletto deputato la prima volta, in un comune del collegio, tutti i voti furono per lui perché il sindaco si ricordò di essere nato in una casa della famiglia Giolitti; due elettori - i soli che votarono contro lui in un comune del collegio - " furono trattati in modo da essere costretti ad andarsene dal paese." Anche Cavour, Giolitti osserva, non aveva troppi scrupoli. E Togliatti pensa che "questi episodi, narrati con tranquillità e come cosa normale, anzi che stupire, ci debbono ind1:1rrea piu attenta riflessione. È evidente che non ci troviamo di fronte alle malvagie inclinazioni di un prepotente o di un corruttore che nei tempi suoi facesse eccezione, ma a un tratto caratteristico di quei tempi stessi e del regime di allora. Quello che occorrerebbe dimostrare è che l'intervento del governo giolittiano per predisporre dall'alto i risultati elettorali facendo violenza ai cittadini, fosse una eccezione." Nelle elezioni italiane del 1919 il governo non intervenne per proteggere l'uno o l'altro dei candidati. Ed ecco che proprio quelle elezioni " contribuirono al crollo di tutta la vecchia democrazia italiana, nella quale la sincerità della consultazione elettorale fu sempre cosa molto relativa." Il sistema di idee di Togliatti è chiaro. Le elezioni, almeno in Italia, BibliotecaGinoBianco
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