Fu l'Italia prefascista una democrazia? mandato a casa insegnava la buona educazione a diecine di altri sindaci ed assesson. Il 16 marzo 1928, l'ultima volta che Giolitti parlò alla Camera e motivò il voto contrario alla legge elettorale proposta da Mussolini, costui lo interruppe: "Già, verremo da lei a imparare a fare le elezioni." Giolitti rimbeccò: "Lei è troppo modesto. Io non mi sono mai sognato di avere una Camera come la sua." Aveva ragione: non aveva mai aspirato alla unanimità; si era contentato di "fabbricarsi" solamente delle maggioranze. La differenza fra Mussolini e Giolitti era in quantità e non in qualità. Giolitti fu per Mussolini quel che Giovanni il battezzatore fu per Cristo: gli preparò la strada. Gobetti giustamente disse che Mussolini non fece altro che estendere a tutta l'Italia i "mazzieri" di Giolitti. Persone che gli furono devote, sogliono raccontare che diceva dell'Italia: "Trovai un gobbo, e non potevo vestirlo altrimenti che da gobbo." Ma dire che il popolo italiano era gobbo era fare una metafora divertente e niente altro. Non tutti i 35 milioni, che formavano al suo tempo il popolo italiano, erano moralmente gobbi. C'erano i gobbi, e c'erano quelli fatti bene, e c'erano quelli fatti cosi cosL Nel 1919, quando le elezioni furono fatte ·senza ingerenze governative, quel paese gobbo votò in. modo che in tutta Italia non vi fu una sola elezione contestata. E nel 1946 e nel 1948 votò con ordine perfetto, sollevando l'ammirazione dei giornalisti• non italiani che assistettero a quelle due campagne elettorali. Un uomo di governo non può raddrizzare tutti gli uomini moralmente gobbi che trova nel suo paese. Ma almeno deve operare in modo da non aumentarne il numero. Cavour lasciò dietro a sé molti gobbi, ma meno di quanti ne aveva trovati. Parlando fuori di metafora, Giolitti migliorò o peggiorò i costumi elettorali in Italia? La risposta non è dubbia per chi voglia giudicare senza le traveggole dell'amicizia. Li trovò e li lasciò nell'Italia settentrionale quali si andavano via via migliorando. Li trovò cattivi, e li lasciò peggiori nell'Italia meridionale. Un ammiratore di Giolitti ha affermato (sulla Stampa del 24 luglio e 5 novembre 1949) che Giolitti si proponeva di provvedere in un secondo tempo ai bisogni dell'Italia meridionale: motivo per cui furono impazienti quei terroni che condannarono la politica giolittiana nell'Italia meridionale. Gli uomini trovano facilmente la pazienza che è necessaria per sopportare i guai ... degli altri; diventano impazienti solo quando i guai toccano a loro. Ma considerando che nel 1913 Giolitti aveva oramai 71 anni, né poteva pretendere 800 anni come Matusalemme, è lecito pensare che· un poco d'impazienza non avrebbe fatto male neanche a lui. Ad ogni modo, non è stato finora pubblicato un solo documento o la benché minima testimonianza, che dimostri nel demiurgo piemontese la esistenza di quella nobile intenzione. Quanto a quei giornalisti meridionali, i quali oggi proclamano che nel primo decennio di questo secolo Giolitti fu il dono piu prezioso che 555 Biblioteca Gino Bianco I òli
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