Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Fu l'Italia prefascista una democrazia? ridotta alle sue giuste proporzioni, fu che fino allora c'era l'abitudine dei ministri degl'Interni di combattere i pesci minuti, ma lasciare indisturbati i personaggi di alto fusto: si pensava che un certo numero di "uomini .eminenti" faceva un bel vedere anche se all'opposizione, purché ... avessero pochi seguaci. Giolitti non ebbe riguardi per nessuno: "fece" cadere uomini come Cavalletti e Imbriani - "errore" come lamenta un ammiratore di Giolitti, Natale - fece cadere anche un uomo eminente della Destra, Ruggero Bonghi, e questa è probabilmente la ragione, per cui Raffaele De Cesare, uomo di Destra, fu tanto scandalizzato dalle elezioni del 1892, e fece cominciare propno in quell'anno "la vera degenerazione del sistema elettorale. " Nel 1896, anche i sindaci dei comuni minori diventarono elettivi: quindi anch'essi potevano avere le teste guaste; quindi anche quelle teste dovevano essere accomodate dai prefetti. Le elezioni del 1895 ebbero pqco da invidiare a quelle del 1893. Appartiene a queste elezioni fatte da Crispi un documento che sollevò grande scalpore nel 1900 quando fu pubblicato. Il generale Mirri, comandante il corpo d'armata di Palermo, nominato commissario generale di pubblica sicurezza per la Sicilia dopo i tumulti avvenuti sulla fine del 1893 e 1894, scrisse al commendatore Venturini, procuratore generale, per sollecitare la libertà provvisoria di un capo mafioso implicato nell'assassinio di Leopoldo Notarbartolo, ex-direttore del Banco di Sicilia. La lettera terminava con queste parole: "Per me io non chiedo né chiederò mai nulla, ma pel partito. Bisogna ad ogni modo che Damiani (candidato ministeriale, amicissimo di Crispi) sorga vittorioso dalla lotta, perché Damiani è Crispi. " Poi vennero le elezioni del 1897, e Filippo Turati, nella seduta della Camera del 9 aprile 1897, protestò contro l' "abbondante uso di intimidazioni, violenze, strappi alla legge, pressioni di vario genere, il nuovo invio a domicilio coatto di coatti politici già condizionalmente liberati e molesti a questo o quel candidato ministeriale, il tollerare, se non anche ingaggiare, come in qualche luogo avvenne, la organizzazione di vere bande di pregiudicati, di veri bravi elettorali, dirette a violare la libertà dell'urna; arresti in massa alla vigilia deUe elezioni, ed altre simili gentilezze. " Sopra tutto, dobbiamo tenere presente che mentre nell'Italia del Nord un prefetto, che avesse voluto "fare" un'elezione, avrebbe trovato resistenza nella probità prevalente in tutti i partiti, nell'Italia del Sud l'eccitamerito a delinquere veniva proprio dagli elementi locali. Giolitti racconta nelle Memorie (I, 122) che nelle elezioni del 1895 Crispi, tentando suscitargli concorrenti nel collegio di Dronero, fece invitare tre notabili a presentarsi ·candidati contro di lui; e quando il prefetto andò in visita al capoluogo del collegio, trovò alla stazione il sindaco e l'intero consiglio comunale, e parecchi ragguardevoli cittadini, e il sindaco a nome di tutti gli disse che era il benvenuto se veniva a visitare gli istituti locali, ma se veniva a parlare d'elezioni lo avrebbero lasciato solo, e 553 Biblioteca Gino Bianco

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