Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana elettori. Cioè bastavano un 250 voti, e anche meno, per eleggere un deputato. Un ricco signore di Mola di Bari mi diceva nel 1909: "Una volta le elezioni non elevavano tutto il frastuono di oggi. Noi galantuomini ci riunivamo a banchetto qualche settimana prima della votazione; ci accordavamo sul nome da indicare ai nostri dipendenti, e la elezione era fatta. Oggi, invece, discorsi, fogli volanti, manifesti, comizi, dimostrazioni, l'ira di Dio." Quando arrivò il suffragio universale, quel galantuomo dovette pensare che fosse venuto il diluvio universale. Con un corpo elettorale ristretto, la elezione era un gioco da bambini per un prefetto. Per spuntarla in un collegio bastava mandare a votare una frotta di impiegati governativi pagando loro il viaggio. Nel collegio di Avellino nel 1874 il prefetto iscrisse nella lista 135 impiegati: il candidato vincitore ottenne una maggioranza di 36 voti. In Roma le cose dovettero proceder~ piu in grande: il prefetto iscrisse di ufficio nelle liste elettorali 1461 elettori, quasi tutti guardie di pubblica sicurezza; nel secondo collegio, votarono 66 impiegati alla questura, 170 guardie di pubblica sicurezza e 36 guardie di finanza. Bisogna tener presente anche il fatto che i sindaci erano nominati per decreto reale, per quanto fra i consiglieri comunali: immaginarsi se un sindaco di nomina governativa poteva essere ostile al candidato ministeriale nelle elezioni politiche! Quando il diritto di voto fu esteso, nel 1882, e anche dopo le restrizioni del 1894, il numero degli elettori iscritti nei collegi del Nord superò spesso i ro mila. "Manipolare" la elezione in collegi cosf numerosi diventò piu difficile. E questa condizione, insieme con la educazione politica in progresso, spiega perché i ministri degli Interni a poca a poco si siano persuasi che corpi elettorali cosf numerosi era meglio lasciarli fare a modo loro. Nel Sud, invece, i piu fra i collegi avevano meno di 2000 elettori iscritti. Qui la manipolazione era ancora possibile, sebbene occorressero metodi meno patriarcali. Metodi piu drastici furono resi piu necessari, a · cominciare dal 1892, dalla circostanza che il sindaco non fu piu nominato dal ministro degli Interni, ma eletto dal consiglio comunale, nei comuni con piu di 10.000 abitanti. Il sindaco poteva, quindi, essere ostile al candidato ministeriale, e il prefetto doveva fargli mettere giudizio con provvedimenti una volta non necessari. Nelle elezioni del 1892, "fatte" da Giolitti, allora per la prima volta presidente del Consiglio e ministro degli Interni, le violenze e i brogli protetti o promossi dai funzionari governativi raggiunsero altezze senza precedenti. Raffaele De Cesare 4 scrisse nel 1911 che con quelle elezioni "cominciò la vera degenerazione del sistema elettorale. " Esagerò. La realtà, 4 'De Cesare Raffaele (1845-1918), deputato di Manduria per le legislature XX-XXI, senatore dal 191 o; scrittore e pubblicista di questioni economiche e politiche; sedette all'Estrema Destra. [N.d.C.] 552 BibJiotecaGino Bi9 nco
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