Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia"dell'Italia giolittiana pos1z10ne non ricevevano i certificati elettorali, e quindi non potevano votare. Quelli, invece, che militavano nelle file governative, ottenevano non solo i certificati propri, ma anche quelli degli oppositori e degli emigrati. Nelle sale, in cui si votava, mancando i rappresentanti dell'opposizione, perché sequestrati in casa, o messi provvisoriamente in prigione, i vivi a piede libero votavano quante volte volevano; votavano anche i defunti: " si scopron le tombe, si levano i morti " (oggi si adoperano allo stesso fine le suore di clausura). Uno dei metodi piu comuni per vincere, era fare il "coppino ": il "coppino" è il ramaiolo con cui si aggiunge acqua nella . • pentola; l'acqua consisteva nei voti che si aggiungevano nell'urna. Quel che avveniva nelle elezioni amministrative, si ripeteva nelle elezioni politiche, dove era necessario. Un deputato meridionale, che nella Camera avesse sfidato Giolitti, era sicuro di perdere la battaglia nelle elezioni prossime, salvo qualche mosca rara, la cui clientela era cosi solidamente radicata, che non c'era speranza di sfasciarla senza dispiegare troppa violenza: questa mosca rara del resto, serviva a dimostrare che anche quel deputato meridionale, che voleva votare contro il primo ministro, poteva farlo in libertà. Fra i deputati· che arrivavano a Roma dal Mezzogiorno, non mancava naturalmente qualche uomo di valore. Ma i piu erano esseri spregevoli, per i quali una croce di cavaliere era piu importante che un trattato di commercio. Uno dei rappresentanti piu tipici di quel marciume intellettuale e morale, il pugliese Vito De Bellis, diceva: "noi siamo una cooperativa di fessi, ed io sono il re dei fessi." Stupido non era, anzi aveva un certo ingegnaccio naturale. Cosi la maggioranza parlamentare giolittiana era costituita da un soHdo blocco di fessi meridionali, e da quelli fra i .settentrionali che avevano ragioni economiche o ideologiche per seguire il presidente del Consiglio. Gli oppositori e gli indipendenti, che provenivano prevalentemente dal Nord, erano liberi di discutere quanto volevano, ma sempre la incrollabile maggioranza giolittiana diceva l'ultima parola. A poco a poco l'impotenza consigliava agli oppositori la saggezza. Ad uno ad uno, presto o tardi, costoro. venivano a patti, e quali colombe dal desfo chiamate volavano. al dolce nido dal voler portate. Oppure - e questo era il caso dei piu fra i socialisti settentrionali - placati con le blandizie personali e con i favori locali, diventavano indifferenti a quanto avveniva laggiu nel paese dei zulu, e finivano col fare un'opposizione senza vigore: piu utile ~ Giolitti che una aperta amicizia perché tenevano viva la finzione di un'ostilità dietro alla quale non c'era niente. · Per formarsi un'idea del sistema politico giolittiano, basta osservare il seguente specchietto 3 : • Compendio delle statistiche elettorali italiane dal I848 al I934, Roma, Istituto Centrale di Statistica e Ministero per la Costituente, 1947. 55° BibliotecaGinoBianco

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