Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana rebbe contentato della città di Roma e di un passaggio libero fra Roma e Civitavecchia, ma vietò ai cattolici di partecipare alle elezioni. Pio X nel 1904 li lasciò liberi di regolarsi come credevano, e cinque cattolici si presentarono come candidati; nel 1909 i cattolici furono esplicitamente auto• rizzati a votare in 79 collegi; nel 1913 in 300 collegi su 508. Votarono col proposito di far sentire il peso della loro volontà sul governo: questo è appunto l'ufficio del voto. Ma cosf entravano nell'ingranaggio politico, una volta da essi condannato. I loro deputati giuravano fedeltà alla costituzione, e nel 1913 uno di essi dichiarò esplicitamente nella Camera di accettare l'unità d'Italia con Roma capitale, senza che le autorità vaticane lo sconfessassero. Pio X non rivendicava piu la città di Roma, cercava solamente qualche compromesso che gli permettesse di accettare il fatto compiuto salvando la faccia. Giolitti La figura dominante nella vita pubblica italiana fra il 1901 e il 1914 fu quella di Giovanni Giolitti, ministro degli Interni dal 1901 al 1903, e quasi sempre presidente del Consiglio dall'autunno del 1903 in poi. Questa permanenza di autorità prova per se stessa che l'uomo possedeva doti superiori a quelle dei suoi contemporanei. Se, in aggiunta, si confronta Giolitti con chi venne dopo di lui, per esempio con l'uomo della provvidenza che aveva sempre ragione, non si può non riconoscere che il primo fu migliore del secondo; e si può ben comprendere perché Giolitti sia preferibile a Mussolini, anche per chi al tempo di Giolitti non ebbe per Giolit~i nessun trasporto di amore. Non dobbiamo, per altro, dimenticare che anche "l'uomo della provvidenza" fu seguito da qualcuno che era peggiore di lui, Hitler. E siccome il peggio, come dicono a Firenze, non muore mai, possiamo temere ~he forse è nato chi l'uno e l'altro caccerà di nido, e che, se Dio ci dà vita, dovremo rimpiangere finanche Hitler! Sentire un certo obbligo di indulgenza verso un uomo di governo dopo averne sperimentato altri assai peggiori, è naturale. Passare alla apoteosi e alla agiografia è un altro affare. Benedetto Croce, in quella Storia d'Italia dal 1871 al 1915, che dovrebbe piuttosto essere intitolata Opinioni del dottor Pangloss sulla storia d'Italia acconciata in modo da convalidare sempre le opinioni del dottor Pangloss, Benedetto Croce ha attinto dalle Memorie di Giolitti (I, 223) la notizia che nel settembre 1904, Biilow, cancelliere dell'impero germanico, si congratulò con Giolitti "per l'andamento che l'Italia aveva dato alla sua amministrazione, alla sua legislazione, alla sua economia, a tutte le sue varie attività. " · Di che cosa poteva congratularsi nel 1904 Biilow con Giolitti? . 544 BibliotecaGinoBianco

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