Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana Fu dovuto a quelle rimesse, oltre che alle esportazioni invisibili del movimento turistico, se furono possibili i continui avanzi di bilancio, la rivalutazione della lira e la conversione del debito pubblico. La emigrazione ebbe anche gli effetti di uno sciopero permanente, che liberò l'Italia dai pericoli di una crescente disoccupazione e provocò un rialzo generale nei salari. Che cosa sarebbe stata la Sicilia, se dopo i tumulti del 1893-'94, le moltitudini affamate e disperate non avessero scoperto lo sfogatoio dell'emigrazione? La popolazione italiana cessò di fare la fame, perché gli emigranti col loro lavoro all'estero pagavano il grano importato in Italia. Le conseguenze spirituali furono immense sopra tutto per l'Italia meridionale. Prima del 1880 un contadino meridionale non avrebbe mai sognato di abbandonare il nido in cui era nato. Udendo storie di uomini, che viaggiavano mesi e mesi per raggiungere terre lontane, rimaneva meravigliato e incredulo. Ed ecco che ora scopriva negli Stati Uniti un altro mondo. Il Coletti, che nel 19n dedicò all'emigrazione italiana un bel libro,2 descrisse l'emigrante di ritorno: un uomo nuovo: disinvolto nei modi, franco di parola, indipendente di carattere, cosciente della propria dignità e dei propri diritti, poco o punto deferente, anzi piuttosto arrogante, verso l'antico padrone, desideroso di partecipare alla vita pubblica. . L'analfabetismo andava diventando oramai una disgrazia delle gènerazioni anziane. Nel 19n piu che il 70% degli sposi era capace di firmare l'atto matrimoniale: il massimo in Piemonte, e il minimo in Sicilia. Nel 1880 il piu diffuso giornale quotidiano, Il Secolo di Milano, tirava 30 mila copie; venivano dopo Il Popolo romano e Il Messaggero di Roma, La Gazzetta d'Italia di Firenze e Il Popolo di Napoli con 12 mila copie; Il Diritto e La Riforma di Roma, con rispettive 4000 e 2500 copie. Nel 1914 il Corri'ere della Sera vendeva· 650 mila copie; data la lunghezza della penisola, il giornale arrivava la sera a Roma e il giorno dopo in Sicilia; quindi la sua vera sfera d'influenza era nell'Italia settentrionale, e data la ristrettezza di quella sfera quella tiratura era enorme. Il Secolo di Milano, La Stampa di Torino, Il Lavoro di Genova, Il Resto del Carlino di Bologna, il Gazzettino di Venezia seguivano il Corriere, per quanto a distanza. Nel Sud vi erario il Giornale d'Italia e Il Messaggero, giornali di Roma, e in Palermo il Giornale di Sicilia, che alla vigilia della prima guerra mondiale superavano le 200 mila copie. La cultura italiana, che nel trentennio precedente si era andata a poco a poco sollevando dal marasma in cui era discesa fra il 1840 e il 1870, entrò ora vigorosamente nella circolazione europea. Il progresso avvenuto si può misurare con un indice solo. Dal 1875 al 1888 fu pubblicata in Italia una 2 Salvemini si riferisce all'ampio saggio di Francesco Coletti, Dell'emigrazione italiana, comparso nella miscellanea Cinquanta anni di storia italiana per cura de!l'Accademia dei Lincei, vol. III, 1911. [N.d.C.] 542 BibliotecaGinoBianco
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