Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana Tutto sta a intendersi sul significato delle parole. Se "rivedere·" il proprio giudizio è riconoscere che un uomo meritevole di essere condannato per certe sue attività, non è dopo tutto peggiore di tanti altri, e dopo lui ne venne un altro che fu assai peggiore, nulla vieta che si parli di "revisione." Beninteso che se il lavoro di Salomone non si fossé arrestato al 1912, ma avesse trattato anche la politica giolittiana durante la prima guerra mondiale, nuovi fattori sarebbero entrati in gioco nella ricostruzione storica e nei giudizi personali, e una nuova "prospettiva" sarebbe diventata necessaria. In questo caso, avrei giudicato che se nel 1911-1912, per la guerra in Libia, Giolitti aveva calcolato con esattezza tutti gli elementi internazionali e domestici del problema, sbagliò invece tutti i calcoli dall'autunno del 1914 all'autunno del 1918, e fu fortuna per l'Italia che lui e gli altri neutralisti della sua scuola sieno stati estromessi dal governo nel maggio del 1915 (sebbene quella estromissione sia stata fatta con metodi che dovevano in seguito produrre conseguenze funeste). Se poi fosse stato il caso di prendere in esame il sistema giolittiano anche durante il ministero del 1920-21, nuovi fattori sarebbero intervenuti a modificare la prospettiva. Su uno di questi fattori, il trattato di Rapallo e la liquidazione di d'Annunzio a Fiume, avrei dato giudizio assai ·favorevole, giudizio personale, opposto a quello che ne dettero nazionalisti e fascisti. Un'altra "revisione"? Io direi un'altra "integrazione." Ma se rimaniamo d'accordo sulla ricostruzione dei fatti, nulla ci vieta di intenderci anche sul significato delle parole, e parlare di " revisione " significando " integra- . ,, z10ne. La " revisione " o " integrazione " che dir si voglia, assumerebbe la forma di condanna senza attenuanti, se dovessi ricostruire storicamente le origini della dittatura fascista. Su questo punto, non potrei non arrivare alla conclusione storica - "storica" per carità e non "politica," cioè• vera e non falsa - che il movimento fascista, ancora esiguo e sconclusionato nella primavera del 1920, assunse proporzioni imponenti e fini ben definiti fra l'estate del 1920 e la primavera del 1921, e questo avvenne perché il ministro degli Interni (Giolitti), il suo sottosegretario agli Interni (Corradini),3 il ministro della Guerra (Bonomi) e il ministro di Grazia e Giustizia (Fera) 4 ordinarono a prefetti, autorità di pubblica sicurezza, autorità militari ed autorità giudiziarie di favorirlo senza esclusione di mezzi. Nelle elezioni del maggio 1921, il "ministro della mala vita" estese a tutta l'Italia i metodi da lui usati prima della guerra nella sola Italia meridionale. E questo fu il principio del disastro attuale. Messo il carro su quel piano inclinato, nessuno poté piu arrestarlo. Se non ci fosse questa nuova "prospettiva," il 8 Corradini Camillo, deputato di Aquila per le legislature XXV e XXVI; liberale democratico, proveniva dall'Amministrazione dello Stato. [N .d.C.] 4 Fera Luigi (1869-1936), deputato di Rogliano e Cosenza per le legislature XXII-XXVI; radicale, piu volte ministro. [N.d.C.] BibliotecaGinoBianco

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