Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Storiografia e moralismo il governo francese. E se il nazionalismo italiano non avesse fatto la pazzia di rovinare un lavoro cosf bene avviato, il numero degli italiani non solo nella Tunisia, ma anche nell'Algeria e nel Marocco, avrebbe continuato a crescere durante questo secolo, e non assisteremmo oggi ad un terribile disastro italiano nell'Africa del nord. Mentre ho considerato sempre un trattato di buon vicinato con la Francia assolutamente preferibile a contestazioni sterili di resultati utili, io sono stato e sono sempre anche della opinione che per il popolo italiano, dotato di risorse economiche assai scarse, condannato dalla povertà a un basso tenore di vita materiale e intellettuale, fu grave errore andare a sperperare le sue magre risorse in paesi anche meno produttivi delle terre italiane. Perciò deplorai la conquista della Libia nel 19n-1912, e la guerra etiopica nel 1935-36. Quest'ultima e i suoi postumi fino al 1940 costarono 48 miliardi di lire (quando bastavano venti lire a comprare un dollaro), 48 miliardi che avrebbero potuto, in mezzo secolo di graduale, metodico, paziente lavoro, cambiar la faccia alla Sardegna, alla Sicilia, e a tutta l'Italia meridionale, con immenso vantaggio anche dell'Italia settentrionale e centrale. ✓ Partendo dallo stesso punto di vista, sono convinto oggi che gl'italiani farebbero bene a smetterla con le lamentele per la perdita di colonie improduttive, mentre la scuola normale di Pisa - una delle glorie dell'Italia nata dal risorgimento - minaccia di chi.udere i battenti per mancanza di mezzi, e collezioni di valore storico e scientifico immenso si rovinano a Firenze perché l'università non ha i denari per farle spolverare e pet rinnovare l'alcool nei barattoli, e la biblioteca Vittorio Emanuele di Roma minaccia di andare a catafascio, e milioni di case, ospedali, ponti, strade, scuole debbono risorgere dalle rovine, e una inflazione spaventosa distrugge le classi colte per sostituire ad esse una verminaia intellettuale e morale di nuovi ricchi. Quelle lamentele, nelle condizioni a cui la dittatura fascista e la disfatta militare che ne è risultata hanno ridotto l'Italia, indicano uno stato d'animo, il quale promette assai male per l'avvenire. Tutti questi non sono giudizi storici. Sono giudizi personali. Essi nascono dal combinarsi nel mio spirito di due fattori: i fatti accertati dalla ricerca storica e la visione che io mi faccio della politica che sarebbe necessaria al benessere del popolo italiano. Pio XI, e il suo segretario di Stato,· cardinal Pacelli (oggi Pio XII) e il cardinale Schuster, e il cardinale Ascalesi, furono nel 1935 della opinione personale che la guerra etiopica era degna del loro appoggio, perché avrebbe prodotto lo sfacelo della chiesa copta e il predominio della chiesa cattolica in Abissinia. Badoglio fu della opinione personale che una guerra, la quale fruttò un titolo ducale a lui e a tutti i suoi discendenti maschili e femminili, oltre a un palazzo in Roma e a una pensione di 800.000 lire all'anno, meritava di essere fatta, anche se per cuocere quelle uova si doveva bruciare una foresta di 48 miliardi. Eppoi vi è il prestigio. Eppoi vi è la civiltà da diffondere. Eppoi 533 Biblioteca Gino Bianco

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