Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana ed ha creduto che fosse il caso di parlare dell'opera da me svolta in Italia negli anni del sistema "giolittiano. " Non spetta a me né approvare né criticare quel che egli ha scritto sul mio conto. Ma su un punto io credo di dovere richiamare l'attenzione del lettore. Mentre io facevo in quegli anni, meglio che potevo, il mio mestiere di storico, che è stato sempre il mio vero mestiere, dedicavo i miei ritagli di tempo a fare anche quello di "riformatore." Il lettore troverà nel libro di Salomone il riformatore e non lo storico. Guardando all'indietro a quell'opera di riformatore, dopo quarant'anni, sento di non aver nulla da ritrattare. Ma debbo riconoscere che la conoscenza degli uomini che vennero dopo Giolitti in Italia e la esperienza dei paesi in cui sono vissuto in questi ultimi venùmni, mi hanno persuaso che Giolitti non fu migliore, ma non fu neanche peggiore di molti politi• canti non italiani, e fu certo migliore dei politicanti italiani che gli succe• dettero, o piuttosto, che questi furono assai peggiori. Mentre noi riformatori assalivamo Giolitti dalla sinistra accusandolo di essere - ed era - un corruttore della democrazia in cammino, altri lo assalivano dalla destra, perché era anche troppo democratico per i loro gusti. Le nostre critiche non favorirono una evoluzione della vita italiana verso forme meno im• perfette di democrazia, ma favorirono la vittoria dei gruppi militaristi, nazionalisti e reazionari che trovavano la democrazia di Giolitti anche troppo perfetta. A chi va in cerca del meglio, può capitare non di raggiungere il meglio, ma di precipitare nel peggio. Dicono che nell'altro mondo avremo da scegliere fra inferno, purgatorio e paradiso. Se, in questo mondo, pretendendo un paradiso impossibile, demoliamo il purgatorio, andremo a finire senz'altro nell'inferno. Se mi ritrovassi nuovamente in Italia fra il 1900 e il 1914 con quel tanto di esperienza che ho potuto mettere insieme nei quarant'anni successivi, non tacerei nessuna delle mie critiche al sistema "giolittiano," ma guarderei con maggior sospetto a coloro che si compiacevano di quelle critiche, non perché essi volessero condurre l'Italia dove noi avremmo voluto che arrivasse, ma precisamente nella direzione opposta. Forse io potrò scusare il mio errore con l'errore di un uomo, che ebbe una intellig~nza assai piu potente che non fosse la mia: (;aetano Mosca. Il lettore cfi questo libro troverà in esso le critiche sollevate da Gaetano Mosca contro il regime parlamentare italiano, quando Mosca era ancora molto giovane, giovane di eccezionale intelligenza e integrità morale. Ma è bene ricordare che parlando al Senato, nella seduta del 16 dicembre 1925, sul progetto di legge che istituiva in Italia la dittatura di Mussolini, Mosca, carico di anni e di esperienza conchiude il suo discorso con le parole seguenti: Io che ho sempre criticato aspramente il governo parlamentare, debbo ora quasi rimpiangerne la caduta. Per giudicare una forma di governo, c'è un solo metodo ragio• nevole: quello di paragonarla alla• forma di governo che l'ha preceduta, ed a quella che l'ha seguita. Sarebbe prematuro oggi far uso del secondo termine di paragone. Ma quanto al primo, le forme di governo immediatamente precedenti al regime parlamen53° BiblioteéaGinoBianco

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