Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana Si può concepire un regime democratico anche senza parlamento all'inglese, e anche senza la libera concorrenza economica. Quello che è essenziale alla democrazia, è la persuasione che la personalità umana è sacra, che i dissensi politici debbano essere risoluti attraverso la discussione, che la minoranza deve sottomettersi alla maggioranza, e questa a sua volta deve rispettare la minoranza come qualcosa di inviolabile (Pilgrim's way: an Essay in Recollectiqn, p. 222). Piu ancora che un Parlamento all'inglese è essenziale alla democrazia l'abitudine alla discussione, e quindi la libertà di stampa e la libertà di associazione. L'Italia giolittiana, nel primo decennio di questo secolo, aveva il gusto delle discussioni, ne aveva anche troppo. La maggioranza non considerava la minoranza come sacrosanta, tutt'altro! E la minoranza non considerava come sacrosanta la maggioranza, tutt'altro! Ma la minoranza si sottometteva, per quanto di cattiva voglia, alla maggioranza, e la maggioranza si asteneva dal mandare in galera o a domicilio coatto, o all'altro mondo, gli uomini delle minoranze (salvo che di tanto in tanto qualche anarchico, con o senza ragione, era messo al buio). La libertà di stampa fu fino al 1906 limitata dalla facoltà che aveva il procuratore del re di sequestrare un giornale che contenesse scritti contrari alla legge. Il governo era pure autorizzato a dichiarare illegali quelle associazioni che minacciassero l'ordine pubblico, e a denunciare i loro soci alla autorità giudiziaria, per "associazione a delinquere." Ma dopo il 1901 nessuna associazione venne dichiarata illegale. Nessuna restrizione legale venne piu frapposta al diritto di organizzazione economica delle classi operaie. Nel 1906 i procuratori del re perdettero il potere di sequestrare i giornali. L'Italia aveva allora alcuni fra i migliori quotidiani d'Europa, per larghezza di informazioni e serietà di contegno, come il Corriere della Sera e La Stampa, e, naturalmente, anche alcuni dei peggiori, come Il Giornale d'Italia. Tutto il mondo è paese. Intorno al 1880, il giornale piu diffuso d'Italia, Il Secolo di Milano, vendeva venticinquemila copie al giorno. Verso il 1910 il Corriere della Sera ne vendeva mezzo milione. La democrazia italiana era in cammino. Una delle condizioni essenziali della democrazia è la indipendenza del potere giudiziario dal potere politico. Dal 1870 al 1900 la magistratura fu in Italia, come la definf un ministro guardasigilli, " un punto interrogativo. " Ma nel primo decennio di questo secolo, un notevole miglioramento si .manifestò anche in quest'ambiente. Una legge del 1907 sullo stato giuridico dei giudici, mise al sicuro dalle pressioni politiche i magistrati giudicanti, che intendessero fare onestamente il loro dovere, e i piu erano tali. Continuarono a dipendere dalle autorità politiche i magistrati delle procure: qui eravamo agli antipodi della democrazia; la democrazia non aveva fatto la strada necessaria. La democrazia italiana avrebbe avuto bisogno ancora di un'altra geBibliotecaGinoBianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==