Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Introduzione a "L'Età Giolittiana" di W. Salomone piu quelli di mezzo secolo prima. Nel 1913, si trovò a dover "manipolare" collegi non piu di due o tremila, ma di diecimila o anche ventimila vo• tanti. Fu perciò costretto ad aumentare la dose delle violenze per assicurarsi il successo. Ottenne un'altra delle sue schiaccianti vittorie elettorali. Ma gli scandali di quella campagna provocarono ovunque viva indignazione. Alla vigilia della guerra del 1914-18, Giolitti era l'uomo piu potente nel Parlamento, ma era di.venuto assai impopolare nel paese. Se ne avvide nel maggio 1915. Allo scoppio della prima guerra mondiale (agosto 1914) egli si trovava fuori del governo per una delle sue solite vacanze. Il governo, diciamo cosf provvisorio, che avrebbe dovuto tenergli caldo il letto, si impegnò a intervenire nella guerra, mentre Giolitti non voleva l'intervento (o almeno non lo voleva allora, o almeno non voleva che lo facessero altri che lui). Una maggioranza parlamentare di trecento deputati, fra cui i soliti duecento meridionali, era schierata alle sue spalle, e un altro centinaio di deputati era deliberato a sostenere una politica di neutralità. Ma innanzi alla risoluzione del governo, che avrebbe dovuto essere provvisorio ma volle diventare permanente, quella maggioranza si squagliò come neve al sole. I duecento deputati meridionali, eletti non da un corpo elettorale indipendente, ma dai prefetti, non furono capaci di opporsi al " governo, " cioè alla fonte reale della loro esistenza, votarono vigliaccamente la guerra, e costrinsero a fare altrettanto anche quei deputati settentrionali che avevano sempre fatto parte della coalizione governativa e non concepivano la possibilità di mettersi alla opposizione. Rimasero a votare contro la guerra i soli deputati socialisti del Nord, perché avevano alle spalle un corpo elettorale autonomo, non asservito al governo. Si è detto che il Parlamento italiano fu ucciso una prima volta nel maggio 1915 da un colpo di Stato mascherato con tumulti di piazza, e una seconda volta nell'ottobre 1922 da un altro colpo di Stato mascherato anch'esso con tumulti di piazza. È vero. Ma nel maggio 1915 fu ucciso un Parlamento, che non aveva mai goduto di florida salute dal 1871 al· 1900, e la cui salute, grazie all'azione di Giolitti, era assai deteriorata dal 1901 al 1915. In tutti i paesi il Parlamento è, fra le istituzioni democratiche, quello che funziona meno soddisfacentemente. È necessario tenerselo in mancanza di meglio, per evitare i mali maggiori che sorgono quando è abolito, espio• rand'o nello stesso tempo vie per correggerne i difetti conservandone i vantaggi. L'Italia prefascista non fece eccezione alla regola. Bisogna, d'altra parte, guardarsi dal pregiudizio - assai comune,. del resto - che il regime democratico consista nelle sole istituzioni parlamentari. Un uomo politico inglese di grande intelligenza e di grande esperienza, e storico di valore non comune, e romanziere tutt'altro che noioso - il che non guasta - Lord Tweedsmuir (piu comunemente noto nel mondo letterario come John Buchan), ha scritto che la democrazia è qualcosa di piu vasto che una data macchina politica o una data struttura economica. BibliotecaGinoBianco

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