Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per uua storia dell'Italia giolittiana un uomo nuovo. Finalmente, nel 19II, non era piu possibile lasciare senza diritto di voto la maggioranza di una popolazione, che era allora impegnata in guerra per la conquista della Libia, e che poteva da un momento all'altro essere chiamata a combattere in una guerra europea, e questo mentre anche l'Austria aveva il suffragio universale. Il diritto di voto fu esteso a quelli che non sapevano leggere e scrivere, perché si pensò in Italia - e non a torto, secondo me - che .l'esperienza della vita è piu importante del saper leggere e scrivere. Un contadinq poteva anche non saper leggere e scrivere, ma se era stato in America ed era ritornato a casa con un gruzzolo di denaro guadagnato col lavoro, possedeva una maggior conoscenza del mondo, che, per esempio, il giovin signore, che leggiucchiava i romanzi francesi, ma non aveva mai avuto nella vita da superare altra difficoltà che quella di aggiustarsi la cravatta innanzi allo specchio. Durante la guerra del 1915-1918, tutta la gioventu maschile italiana passò sotto le armi. Ne conseguf che nel 1919, in base alla legge del 19II, tutta la gioventu maschile fu iscritta nelle liste elettorali, sapesse o non sapesse leggere e scrivere, prima di arrivare ai trent'anni. Fu di fatto il suffragio universale. Era. stato necessario mezzo secolo prima che il diritto elettorale fosse democratizzato. In Italia, con qualsiasi sistema elettorale, non andò mai a votare piu che il 50% e raramente il 60% degli iscritti. Questo fatto, da osservatori piu disposti a spifferar sentenze che a capire, veniva bollato come prova di indifferenza e incapacità politica. Per comprendere quella percentuale, si deve tener conto del fatto che milioni di lavoratori italiani i quali si trovavano nell'Europa centrale o lungo le sponde del Mediterraneo o nel Nord e Sud America, non erano in grado di recarsi a votare, ma venivano iscritti d'ufficio nelle liste elettorali. Anche a coloro, che erano sotto le armi, non era consentito di votare. Infine, gli elettori erano I iscritti d'ufficio, non appena compiuti i ventun anni, nel comune dove erano nati: perciò molti di quelli, che nel giorno delle elezioni si trovavano altrove per affari o come impiegati governativi, non avevano modo di votare. Quando si considerino qu,este circostanze, la percentuale italiana dei votanti regge assai bene il confronto con quella americana, che è appunto del 60% fra gli aventi diritto. Gli elettori italiani non erano tutti professori di scienze politiche. Ma erano professori di scienze politiche tutti gli elettori inglesi, americani, francesi, svizzeri? L'u.$cio di chi va a votare non è quello di risolvere i problemi. È quello di dichiarare sommariamente se è o nò malcontento del modo come vanno le cose. Se è contento, vota per il candidato del partito che è al potere. Se è scontento, vota per altri candidati, cioè fa un atto di fede con criteri che hanno n~ente o poco di razionale. Spetta agli uomini favoriti dalle speranze del corpo elettorale l'ufficio di risolvere i problemi in modo da non aumentare il numero dei malcontenti. Domandare agli 520 BibliotecaGinoBianco

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