Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Introduzione a " L'Età Giolittiana " di W. Salomone in questo secolo. La Francia ebbe un suffragio assai ristretto dal 1815 al 1848, e il suffragio universale, introdotto nel 1848, portò alla dittatura di Napoleone III nel 1851. In Germania il suffragio universale, in vigore per il solo Reichstag a partire dal 1867, era una facciata che nascondeva una struttura sociale e politica feudale. In Austria il suffragio universale fu adottato soltanto nel 1907. In Italia la riforma elettorale del 1882 estese il diritto di voto ai maschi ultraventunenni, che sapessero leggere e scrivere, anche se non pagassero imposte dirette. Allora, il 62,80% della popolazione, cioè quasi tutti i contadini e la grande maggioranza degli artigiani e degli operai, erano analfabeti. Solo nelle piu progredite città dell'Italia settentrionale gli operai avevano cominciato a mandare i figli a scuola. Ne conseguf che nel 1882 non piu che 2 milioni di uomini vennero iscritti nelle liste. Ad ogni modo, l'elettorato salf dal 2,18% al 6,97% della popolazione. Le città avevano piu elettori delle campagne, perché coloro che sapevano leggere e scrivere erano specialmente concentrati nelle città. L'influenza politica delle classi industriali, commerciali e intellettuali soverchiò quella dei proprietari di terra. Nelle città stesse la riforma diede una influenza prevalente alle classi piccolo-borghesi. Dal 1882 al 1894, la popolazione crebbe da 28,5 milioni a 30,5 milioni, e gli elettori crebbero da 2 a 3 milioni, cioè al 7,39%. Nel 1894 furono esclusi dalle liste elettorali 900.000 cittadini, la cui capacità di leggere e scrivere non era sufficiente e la iscrizione fu resa piu difficile. Gli elettori scesero a 2,1 milioni, cioè al 6,89% della popolazione. Il corpo elettorale divenne ancora piu cittadino e piu piccolo-borghese. . Nel 1912 una nuova legge elettorale estese il diritto di voto a tutti gli uomini al di sotto dei trent'anni, che avessero prestato servizio militare, e a tutti quelli, che avessero superati i trent'anni. Né per l'una né per l'altra di queste categorie fu piu richiesto il saper leggere e scrivere. Il numero dei cittadini con diritto di voto salf da 3 milioni a 8 milioni e mezzo. Fu un suffragio quasi universale: 5 milioni e mezzo di operai e di contadini sommersero l'antico corpo privilegiato di 3 milioni. Per comprendere questa riforma, bisogna tener presente il fatto che nel 1911 la percentuale dell'analfabetismo era discesa al 38%. L'analfabetismo era qua~i scomparso del tutto fra le nuove generazioni. Fra i giovani, che avevano raggiunto i vent'anni nel 1927, e che quindi erano andati a scuola prima del 1920, 1'87% sapeva leggere e scrivere. Inoltre il servizio militare obbligatorio per mezzo secolo, aveva chiamato sotto le armi il contadiname italiano, sbalzandolo dai villaggi di origine in paesi lontani, mettendolo a contatto con costumi diversi, e restituendolo alle sue case con nuove idee e abitudini. Inoltre l'emigrazione - speci~lmente l'emigrazione verso il Nord America - aveva causato un rivolgimento di immensa importanza fra i contadini. Il contadino, che emigrava, non solo trovava lavoro, ma veniva a conoscere civiltà diverse. Quando tornava a casa, era ibliotecaGino Bianco

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