Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

La Sinistra rediviva che s'intreccia intorno al tronco del potere centrale, si sente investita dal malcontento, dall'avversione, dai rancori di tutto un popolo. La gran massa del proletariato cittadino e rurale, rimasta ancora fuori del movimento politico e restfa ad ogni organizzazione, è attraversata di tanto in tanto da repentine correnti di ribellione; lo Stato italiano può massacrarla e domarla, non potrà mai sperar da essa amore e aiuto contro i suoi nemici. Quella parte del proletariato, che s'è già affacciata alla vita politica, gli è tutta ostile. La piccola borghesia, oppressa dalle imposte, urtata nel suo senso morale da una serie di scandali vergognosi, è, secondo i luoghi, clericale, socialista, repubblicana, radicale, tutto fuor che adoratrice dello status quo. La grandissima maggioranza degli impiegati civili, oppressa dai camorristi della burocrazia centrale, pagata con stipendi di fame, non si sgomenta davvero all'idea di cambiar padrone. La stessa borghesia, che fino a ieri per paura del socialismo inneggiava all'esercito, ha capito che l'esercito fa pagare a ben caro prezzo la sua protezione, e, fra la tirannide d'oggi e quella della seconda metà del secolo venturo, comincia a preferire la piu lontana. Lo stato d'animo di questa classe sociale è stato rappresentato, in forma ostrogota anziché no, ma chiara, dal Casaretto/ nella Riforma Sociale del 15 dicembre 1898: Nelle nostre classi ultraconservatrici, in quella gente che ogni giorno vede dappertutto la rivoluzione sociale e che non rifugge da ogni mezzo di coercizione per allontanarne persino gli allarmi e che applaude a qualunque violazione delle libertà statutarie, pur di impedire qualunque lontano attacco alla proprietà e all'ordine sociale stabilito; ebbene, in questa gente si fa strada una disaffezione alle istituzioni che ci reggono. Essi vedono che, mentre tremano contro le minaccie di chi vuol cambiare l'ordine di cose esistenti, lo Stato mette in pratica l'espropriazione dei proprietari. Un proprietario di terre paga di imposte governative e supplementari, sul reddito netto delle sue proprietà, oltre il 25% e qualche volta molto di piu. Su quello che gli resta, deve pagare di imposizioni indirette, spendendolo per sé e la famiglia, non meno d'un altro 18 o 20%. Cosi che non gli resta del suo reddito che una metà all'incirca. Quei conservatori sentono che oramai lo Stato è giunto agli ultimi giri del torchio. E può venire il giorno che, sentendosi anch'essi oppressi nella generale oppressione tributaria e vedendo che i reclami per riduzioni di spese non hanno ascolto, perché si afferma loro che non si possono sopprimere le spese d'Africa né ridurre quelle militari, questi conservatori pensino alla lista civile come l'unica spesa sopprimibile ... Insomma, mentre dieci anni fa si poteva ancora parlare in Italia di classi detentrici del potere politico, perché la borghesia era nella quasi sua totalità monarchica, oggi non è piu il caso di parlare di classi e nemmeno di caste; i dominatori si assottigliano, la loro oligarchia si rimpicciolisce ogni giorno, si rimpicciolisce tanto che è ritornata di moda la teoria repubblicana! L'oligarchia dominatrice sente che i "sovversivi" aumentano di giorno rn g10rno; un po' di tempo ancora e l'assedio legale dello Stato presente per opera dei "sovversivi" sarà completo. Come salvarsi? Rifare a ritroso la 1 Casarett<, Francesco, deputato di Genova per le legislature XXV-XXVI, liberale. [N.d.C.] BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==