Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana Nell'interrogatorio del 7 giugno 1893, il Tanlongo Pietro spiegò che per avvenimenti intendeva le elezioni generali; D. P. voleva dire Depretis; D. C. = Crispi, cioè Don Ciccio; R. = Rudinf; G. == Giolitti; C. == Cantoni. Siccome le date 22 novembre '82, ro giugno '86, 23 novembre '90, 6 novembre '92, sono appunto le date delle elezioni generali fatte dai ministeri Depretis, Crispi, Giolitti, è evidente che in questo biglietto il figlio raccomandava al padre di ricordare in sua discolpa le somme date ai ministri per le elezioni generali, e specialmente le 60 e le 40 mila lire chieste ed ottenute da Giolitti, che tutte le due volte il figlio stesso aveva portato di persona. Nei giorni, in cui era scritto il biglietto, Pietro Tanlongo era consigliato da Don Ciccio, cioè da Crispi. Che cosa sia avvenuto tra il 17 e il 19 febbraio 1893, non sappiamo. Certo è che il 19 febbraio Pietro Tanlongo faceva un voltafaccia completo, e mandava alla Tribuna una lettera, pubblicata nel numero del 20 febbraio, in cui si protestava perché si voleva trascinare la sua famiglia "in mezzo la lotta politica per ira di partito," e perché si ripeteva che suo padre "avesse dato denaro al governo per le elezioni": quasi che quelle voci non le avesse messe in giro proprio lui! Su questo cambiamento di fronte, nessun biglietto clandestino poté informare subito, a quel che sembra, il prigioniero; tant'è vero che questi, il 21 febbraio, faceva davanti al giudice istruttore la seguente deposizione: Sotto il ministero dell'on. Giolitti, nei principì di novembre (corr. 20 settembre) dell'anno scorso, prima delle elezioni, venne da me il comm. Cantoni, direttore generale del Tesoro, e mi chiese di concorrere per le spese elettorali politiche, che doveva fare il governo. Mi domandò 80 mila lire, ed io gliene diedi solo 60 mila. Il Cantoni, alla persona che gliele portò a mio nome, credo fosse mio figlio Pietro, rilasciò un appunto di suo carattere sopra un pezzo di carta, forse senza firma, rappresentante un'informe ricevuta. Ma passando il tempo, la luce cominciò a farsi anche per lui. Nell'interrogatorio del. 13 marzo 1893 dichiarava di ben ricordare quanto se- " d b "fl " gue, opo avere ene n ettuto : Dissi che una parte della somma era stata pagata al Cantoni, che mi aveva rilasciata una ricevuta informe ... Nell'occasione, nella quale ho fatto sapere a mio figlio, che portò al Cantoni il denaro, di trovare questa ricevuta per poterla esibire, ho saputo che entrambe le somme (quella di 60 e quella di 40 mila lire) erano state prima della fine di dicembre restituite alla banca, alla (dalla?) quale fu consegnata la ricevuta ..• Sicché quando furono restituite le somme al Lazzarini (il cassiere della banca), questo, che non doveva avere la ricevuta del Cantoni, ha dovuto restituirla a colui che ha portato i denari. Come vedremo fra poco, il rimborso, non delle due somme, ma della sola prima somma, avvenne. il 24 febbraio 1893, e la ricevuta non poté essere restituita perché non c'era piu. Tanlongo, che era png1oniero dal 19 gennaio in poi, non avrebbe potuto sapere, senza che gli venisse anBibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==