Giolitti e gli scandali bancari quando sentii che questi fatti erano indicati come quasi accertati dalla ispezione, dissi che era cosa grave, e che se le cose erano cost, conveniva procedere con molto rigore. Alcuni giorni dopo, gli stessi ispettori modificarono il loro giudizio, e il mio collega dichiarò in Consiglio dei ministri che tutto era stato messo a posto. Dopo questa sua dichiarazione né io né alcuno de' suoi colleghi di allora, ebbimo il minimo dubbio che le cose fossero regolarizzate. Dunque Giolitti riconosce che, pur non avendo né letto né ricevuto il testo della relazione Biagini, " senti che alcuni fatti erano indicati come quasi accertati dalla ispezione," e disse "che era cosa grave e conv~niva procedere con molto rigore"; ma poi gli ispettori modificarono le prime notizie, e non ci fu piu "il minimo dubbio che le cose fossero regolarizzate." Le prime voci di irregolarità sarebbero giunte a sua conoscenza "appena iniziata la ispezione ": le notizie piu ottimiste sarebbero venute "alcuni giorni dopo." Siccome la prima relazione fu del 17 giugno 1889, se ne dovrebbe conchiudere che alcuni giorni dopo questa data, la nuova ispezione e la cassa reintegrata fugassero ogni dubbio, e d'allora in poi ognuno ricominciò a dormire sonni tranquilli. Ma Crispi affermava nella intervista che anche dopo il giugno 1889, nel 1890, Giolitti pensava esservi nella Banca Romana disordini degni del codice penale. Dunque o la data indicata da Crispi era falsa, oppure era falso che la seconda ispezione nella cassa della banca avesse sgombrato ogni dubbio nel ministro del Tesoro. In una inter_vista, pubblicata nella Tribuna del 18 febbraio, un "personaggio ufficiale" (Giolitti?) insisté per escludere che la data di Crispi 'fosse esatta: Il Miceli realmente si recò in Consiglio dei ministri, esponendo che la relazione Biagini rivelava gravi irregolarità nella Banca Romana. E il Giolitti, rivolgendosi al presidente del Consiglio, disse: "Ma se le cose sono a tal punto, bisogna preoccuparsene, ed occorrendo, valersi del codice penale. " Pochi giorni dopo, tornando in Consiglio dei ministri, l'on. Miceli rifer.f che le cose non erano gravi e che le irregolarità riconosciute erano state corrette. L'on. Giolitti, ministro del Tesoro, e perciò non direttamente incaricato della vigilanza degli istituti di credito, non aveva diritto di dubitare di siffatta assicurazione. Ma come mai questo può essere avvenuto nel 1890? Non è avvenuto infatti nel 1890, come è stampato nel Fanfulla, ma nel 1889. Si tratta forse di un errore tipografico, ed è importantissimo che questa data sia rettificata. Crispi non consenti alla correzione. Nella Camera del 22 febbraio dichiarò che la data 1890 era la data e~atta; e lesse dal suo diario il seguente brano: .. Banche, I 4 giugno, sabato. L'on. Giolitti viene da me, si parla del disegno di legge delle banche e della mozione che porta la firma dell'on. Baccelli. La Banca Romana è argomento di severa critica da parte dell'on. Giolitti: egli dichiara che i fatti scoperti nell'ispezione offrono materia alla corte d'assise. 5°9 Biblioteca Gino Bianco
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