Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana e il disegno di legge 6 dicembre 1892 dettero l'abbrivio agli scandali, appunto perché i disordini cr;iminosi della Banca Romana non erano un segreto. Come può dunque, l'autore delle Memorie affermare che solamente dopo la interpellanza Colajanni del 20 dicembre 1892 le gravi voci cominciarono a circolare? Ma anche ammesso che il ministro del Tesoro fosse estraneo alla vigilanza delle banche di emissione - e ciò non era - anche ammesso che nessuna voce abbia circolato prima del 20 dicembre 1892 sulle condizioni della Banca Romana - e ciò non fu -: queste circostanze non dimostrerebbero da sé sole che l'autore delle Memorie, fra il 1889 e il 1892, abbia ignorato i risultati della ispezione Biagini. Potrebbe .averli conosciuti, anche se giuridicamente non ne avesse avuto né il diritto né il dovere. Potrebbe averli conosciuti lui solo, mentre rimanevano ignorati a tutti gli altri. Queste due circostanze - dato che non fosse dimostrato il contrario - potrebbero giustificare la ignoranza, se questa fosse dimostrata per altra via; potrebbero far presumere la ignoranza, se non ci fosse nessuna prova che smen• tisse questa ignoranza; ma non possono servire a dimostrare la ignoranza, se risulta da altre prove positive che questa ignoranza non ci fu. Ora queste prove positive esistono. E l'autore delle Memorie non dice una parola sola, non che per confutarle, neanche per ricordarle! 3. Le prove positive Il 16 febbraio, in una intervista col deputato Plebano/ pubblicata nel Fanfulla di Roma, Francesco Crispi dichiarò: Nel 1 890, io, prçsidente del Consiglio, mi trovavo fra il mm1stro Miceli, che era ottimista, e l'on. Giolitti, ministro del Tesoro, che insìstet1a affermando esserui nella Banca Romana fatti passibili di codice penale. Volli farmi io stesso un concetto della situazione; e lessi la relazione Alvisi. Questa dichiarazione di Crispi buttava per aria tutta la tattica difen• siva di Giolitti: il quale aveva affermato alla Camera nella seduta del 20 dicembre 1892 che la relazione "non l'aveva neppure letta," e nella seduta del 27 gennaio 1893 aveva anche precisato che "non l'aveva mai avuta." Bisognò, dunque, correre ai ripari. E nella seduta del Senato del 17 febbraio 1893 Giolitti dava le seguenti spiegazioni: È verissimo che appena iniziata questa ispezione (Alvisi-Biagini) il mio collega (Miceli) ebbe delle informazioni che alcuni fatti parevano accertati, e ne parlò, ed io 6 Plebano Achille, deputato di Barge e Cuneo II per le legislature XII-XVII, liberale piemontese, sedette al centro-sinistro. [N.d.C.] 508 Biblioteca Gino Bianco

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