Giolitti e gli scandali bancari prestò fede a questa ultima versione... Quando, poi, la Commissione parlamentare eletta per studiare e riferire alla Camera sul disegno di legge 30 novembre 1889 pel riordinamento degli istituti di emissione, domandò la comunicazione della relazione degli ispettori, l'on. Miceli d'accordo con gli altri ministri, cosi egli assicura, comunicò (marzo 1895) non le relazioni degli ispettori, ma un sunto delle relazioni stesse, molto probabilmente compilato dal Monzilli; in cui, quanto alla Banca Romana, erano addirittura taciute le circostanze rilevate dalla ispezione Biagini, anzi facevasi confortante e lusinghiero accenno alle migliorie già introdotte nell'istituto, ed a quelle altre che si potevano sperare sull'avvenire. La inchiesta parlamentare, poi, e la inchiesta giudiziaria accertarono che la reintegrazione della cassa era stata .fittizia; la Banca nazionale aveva prestato dieci milioni alla Banca Romana per i giorni in cui si aspettava la nuova ispezione, e li aveva ripresi a ispezione ultimata; il Monzilli era stato corrotto dal governatore della Banca Romana; e il Biagini dichiarava al giudice istruttore nel processo della banca: Eseguii la nuova verifica in un modo molto sommario, non credendo di dover fare cosa seria, per una osservazione la cui portata per me non era seria. Avvertii l'esistenza in cassa di parecchi mandati della Banca nazionale, per cui supposi che al deficit dei 9 milioni si fosse riparato facendo fare dei versamenti dai corrispondenti che hanno fondi dellà . banca nelle diverse piazze d'Italia. Ciò si sarebbe potuto appurare; ma io non volli mostrare troppo zelo là dove tutto mi lasciava capire che da me se ne esigeva poco ... Quella reintegrazione di cassa, come non cancellava il passato, cos1 non presentava alcuna sicurezza per l'avvenire. Ad ogni modo il testo della relazione definitiva, presentata il 30 agosto 1889, non tacque nessuno dei disordini gravissimi rilevati nella ispezione: solamente, nella parte che denunciava il vuoto di cassa, era interpolato un breve cenno di cinque linee, da cui risultava che in un'altra ispezione, fatta "dopo alquanti giorni" la cassa risultava rientegrata. Ciò posto, conobbe l'autore delle Memorie nel 1889 le condizioni della Biinca Romana quale risultavano dalla relazione Biagini, oppure le ignorò, come egli afferma? ... sino a quel tempo, la vigilanza degli Istituti di em1ss10ne spiega l'autore - non spettava ... al ministero del Tesoro, ma a quello di Agricoltura .... il ministro d'Agricoltura di allora, Miceli, nel giugno (corr. maggio) del 1889,... aveva ordinata una ispezione generale degli Istituti di emissione. Per la Banca Romana l'incarico era stato affidato al senatore Alvisi, il quale chiese la collaborazione di un funzionario del Tesoro, che gli fu concessa nella persona del comm. Gustavo Biagini. Siccome la cosa non era affatto di pertinenza mia, i risultati di quella ispezione io non li appresi che nel Consiglio dei ministri, e secondo la relazione che ne dette il ministro d'Agricoltura. È apparso poi che una relazione, compilata dal Biagini, facesse rilievi e presentasse accuse contro l'amminisru-azione della Banca... Ma in seguito ... il Miceli fu convinto che il Biagini ... fosse caduto in equivoci, tanto piu che il Biagini stesso, dopo una seconda ispezione ordinata dal ministro, aveva verificato e riferito che la cassa era stata reintegrata. E la relazione che egli (Miceli) portò al Consiglio dei ministri su l'esito dei lavori della Commissione fu complessivamente favorevole alla Banca Romana... Dello stesso tenore... furono le àichiarazioni che il Miceli fece poi alla Commissione parlamentare eletta per studiare e riferire sulla legge del 30 novembre 1889..• Ad ogm modo ai ministri colleghi del Miceli BibliotecaGinoBianco
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