Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Lineamenti per una storia dell'Italia giolittiana 2. che nel 1892, come presidente del Consiglio e mm1stro degl'Interni, pur conoscendo quei disordini, abbia fatto deliberare la nomina a senatore di Bernardo Tanlongo, governatore della· Banca Romana, nel Consiglio dei ministri del 20 novembre 1892; e abbia fatto présentare alla Camera, nella seduta del 6 dicembre 1892, un disegno di legge per prorogare di sei anni il corso legale dei biglietti delle banche di emissione, fra cui la Banca Romana; 3. che la nomina a senatore e ia presentazione del disegno di legge sieno state un compenso offerto al Tanlongo, che aveva dato al ministero 60 mila lire il 21 settembre 1892, e 40 mila lire il 20 novembre; somme utilizzate dal ministero nelle spese per le elezioni generali del 6-13 novembre 1892; 4. che nel gennaio 1893, per suo ordine, i funzionari di polizia, sequestrando le carte in casa Tanlongo, in casa Lazzaroni (il cassiere della banca) e negli uffici della banca ne abbiano fatto sparire una parte, che sarebbe andata a finire nelle mani del ministro, anziché in quelle del giudice istruttore. 1. Il problema da risolvere La inchiesta Alvisi-Biagini fu ordinata il 30 aprile 1889 dal mm1stro dell'Agricoltura, Miceli, conforme al R.D. 29 gennaio 1880, n° 5245, che affidava al ministro dell'Agricoltura l'ufficio di fare eseguire periodiche ispezioni del portafoglio e dei registri degli istituti di emissione. Sull'andamento di quella inchiesta, la commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche, o come fu chiamata allora, il comitato dei sette, nella relazione presentata alla Camera dei deputati, nella seduta del 23 novembre 1893, dichiarò accertati i seguenti fatti: Per la Banca Romana, l'incarico venne affidato all'on. senatore Alvisi, cui si aggiunse in qualità di collaboratore, il comm. Gustavo Biagini, funzionario espertissimo, proposto dall'on. Giolitti, allora ministro del Tesoro. La ispezione riferiva violate le norme statutarie in ordine alla custodia della riserva, posta invece a libera disposizione del cassiere; inosservata da molto tempo la prescrizione del riscontro mensile; viziato il portafoglio per molta carta di comodo rinnovantesi di scadenza ip scadenza; costituita gran parte dell'attività dell'istituto da conti correnti, da crediti diversi, da sofferenze; convertito il prodotto del privato risparmio senza garanzia o con garanzie insufficienti; violati i limiti e la integrità della circolazione; finalmente un vuoto, coperto da emissione clandestina, di 9 milioni. Tutto fu comunicato (nella fine del giugno 1889) all'on. ministro (Miceli); e tutto si lesse scritto poi nella relazione piu tardi (agosto) presentata dal Biagini. Ma l'on. ministro (Miceli) fu subito visitato dal governatore (della Banca Romana, Bernardo Tanlongo), il quale gli dichiarò che il vuoto non esisteva. Il Biagini, tornato d'ordine superiore alla Banca Romana (6 luglio) verificò e rifeci che la cassa era stata reintegrata. L'on. Miceli, nel conflitto fra le dichiarazioni e i r1lievi dell'ispettore Biagini, e le affermazioni dell'altro ispettore Monzilli, che il Biagini era caduto in un equivoco e che la prova dell'errore era data dal nuovo riscontro di cassa chiesto insistentemente anche dal Monzilli, l'on. Miceli 502 BibliotecaGinoBianco

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