Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

La dissoluzione del sistema liberale scioglimento degli otto reggimenti bersaglieri! Ma non bas_ta: anche la cavalleria, che per lo meno ha il grande, grandissimo merito di essersi sempre mantenuta disciplinata e di non aver mai protestato, si vede portare i propri reggimenti da 12, sembra, a 14 dopo esser passata dai 30 ai 15 col primo progetto! _ Cioè il ministero e lo stato maggiore si lasciano intimidire dalla truppa fino al punto da modificare per la seconda volta un decreto sull'ordinamento dell'esercito, e a questa bella impresa prendono parte la stampa ed i partiti "d'azione." Per completare il quadro, l'annunzio della ritirata ministeriale avviene proprio nei giorni dei fatti di Ancona e di Trieste! Da questo momento la disciplina è addirittura sepoltà. E non si trattava affatto dello scioglimento, ma soltanto della riduzione del corpo dei bersaglieri l I fatti di Ancona meritano però una speciale attenzione. I bersaglieri di un battaglione si ammutinano dopo aver ricevuto l'ordine di partire per l'Albania; sparano sugli ufficiali; sparano sulle truppe· d'ordine; dopo si scoraggiano; si lasciano convincere dal colonnello, che parla loro col me- / gafono da un tetto (bella figura!); riammettono allora i propri ufficiali in caserma; amplessi, applausi, pianti e baci, e poi partenza per rimettere l'ordine in città! Almeno avessero persistito nella ribellione, e si fossero fatti ammazzare prima di cedere! Macché, poveri figliuoli, non è stato che un momento di disorientamento; tanto è vero che dopo sono stati i piu bravi a rimettere l'ordine! Ci pare che questa faccenda sia il modello della buffonata assoluta. Poi si è saputo che i veri ribelli sono stati pochi bersaglieri ed automobilisti, e che il resto del battaglione mantenne, durante l'ammutinamento, un atteggiamento pecorile. Ora dal punto di vista della disciplina è evidente che i capi ~ccertati della ribellione dovevano essere rapidamente fucilati, non fosse altro per il delitto di omicidio, ed il resto del battaglione immediatamente sciolto. Invece il battaglione riacquistò " novella gloria " nel1' opera di repressione e, secondo i vole.ri del governo, verso gli " illusi " si userà moderazione. Ed è naturale: avendo amnistiati i disertori, avendo mantenuto al suo posto l'ammiraglio Millo, è un po' difficile infierire contro i ribelli di Ancona! Però resta sempre a loro carico l'accusa di tentato omicidio! E veniamo al discorso del gen. Caviglia. Il gen. Caviglia ha fatto- in Senato un discorso sensato, sebbene reticente sulla questione giulia e adriatica, ma non aveva il diritto di parlare di quell'argomento. Egli è il comandante delle truppe della Venezia Giulia: e come tale non poteva proporre nessuna soluzione del problema riferentesi a quelle terre. Come generale egli deve andare con le sue truppe a Belgrado se il governo di Roma glie lo comanda, e deve ritirarle anche al di qµa del Po, se il governo glie lo comanda. Il gen. Caviglia, come comandante delle truppe della Venezia Giulia, deve imporre la volontà del governo nella risoluzione del nostro problema orien494 BibliotecaGinoBianco

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