Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Disciplina militare Wilson, e cercando di sostituire il baccano e le minacce alla vuotaggine di molti argomenti. E cosf si arrivò all'" o fante, se non avrai• la Dalmazia la guerra sarà stata inutile! "; si arrivò al gonfiamento di quel fenomeno di autosuggestione, che port~ alla crisi isterica dell'Italia nella primavera 19-19. Al bel dilemma sopra riportato il fante rispose in due modi: I. visto che ho fatto la guerra, e non voglio che sia stata inutile, vado a prendere la Dalmazia per conto mio anche contro il volere del governo (impresa D'Annunzio-Milio); 2. mi hanno fatta fare la guerra, l'ho vinta e ora mi dicono che non si sono raggiunti i fini per cui era utile fare la guerra. Ma allora, o questi fini erano irraggiungibili anche con la vittoria, e in. questo caso era inutile combattere, oppure chi mi ha fatto fare la guerra è talmente idiota che non è nemmeno capace di cogliere i frutti della mia completa vittoria. In ambo i casi voglio spaccar la testa a chi mi ha fatto fare inutilmente la guerra (156 deputati socialisti alla Camera: e anarchismo generale). Come si vede, queste due risposte sono molto adatte per rafforzare il sentimento di disciplina! Ma siccome queste risposte sono implicite nel dilemma a cui si riferiscono, il governo Sonnino-Orlando che pose quel · dilemma pose anche le premesse sia dell'indisciplina nazionalista, sia di quella socialista e anarchica. Ed almeno il governo si fosse servito di organi propri per fare questo bel lavoro! Forse l'esercito gli sarebbe restato in mano! Ma no, si servf proprio dell'esercito per minarne la stessa disciplina! Si vede che l'on. Sonnino credeva di esser lui il governo eterno. E veniamo all'amnistia. Nessuno contesta che fosse necessario amnistiare tutti i rei di colpe non gravi, come, per esempio, i ritardatari nel ritorno dalla licenza; si comprende anche, sebbene il provvedimento sia molto grave, che siano stati amnistiati i disertori all'interno, non fosse altro che per il loro grande numero (circa 60.000) ma è inconcepibile l'amnistia ai disertori passati· al nemi·co purché senz'armi. Questo provvedimento non trova alcuna giustificazione ed invece di portare la pacificazione degli animi non fece che esacerbarli. Questa fu una gravissima colpa del ministero Nitti. Dell'inchiesta su Caporetto 5 ci pare inutile parlare, perché non riusciamo a capire in che senso questa abbia intaccato la disciplina dell'esercito. L'inchiesta di Caporetto non cominciò con i lavori della commissione, ma bensf col famoso bollettino di Cadorna. All'antipatica e parziale difesa militare, rispose una non equa difesa borghese-governativa, ma talvolta da due parzialità risulta la verità imp~rziale e in questo senso l'inchiesta non fu dannosa. 6 Il 13 agosto 1919 era stata pubblicata la relazione sul Ripiegamento dall'Isonzo al Piave estesa da una commissione di militari e di parlamentari, la quale aveva concluso che la disfatta aveva avuto le sue cause in circostanze eccezionali imprevedibili, nonché in alcuni errori nella. condotta tecnica e morale della guerra. [N.d.C.J 491 BibliotecaGinoBianco

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