Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

La politira italiana nelle terre redente se in generale il contegno dell'autorità militare non sembra aver dato luogo a lamenti nei centri minori totalmente abitati da slavi, grossi errori di indirizzo politico e di scelta delle persone si sono invece lamentati nei centri maggiori, dove piu viva era stata la lotta delle nazionalità o le lotte dei partiti. Di qualcuno degli errori commessi a Trieste ci ha dato notizia l'Oberdorfer 1 negli articoli che abbiamo pubblicati e specialmente nell'ultimo sui fatti del 3 e 4 agosto. Degli errori commessi nel Trentino ci dà notizia un nostro amico nell'articolo che pubblichiamo qui sotto con grave ritardo. Fra le critiche dell'Oberdorfer e quelle del nostro amico trentino potrà, a prima vista, apparire che ci sia un aperto contrasto di indirizzo e di ispirazione. Mentre il primo rimprovera all'on. Ciuffelli od ai suoi immediati predecessori di essersi completamente appoggiato all'elemento nazionalista ed ultra-patriota, lasciandogli mano libera nelle provocazioni e persecuzioni contro socialisti e slavi, il secondo invece rimprovera l'on. Credaro, per la politica troppo ossequiente adottata verso i preti ed i clericali trentini con grave offesa di tutta la parte piu schiettamente italiana. Ma in realtà la contraddizione è soltanto apparente, date le condizioni profondamente diverse del Trentino e della Venezia Giulia. Nei paesi a popolazione mista e dove piu accanita si era manifestata la lotta delle nazionalità, era ed è interesse supremo del governo italiano di valersi sopratutto di quei partiti che han fatto opera di ravvicinamento e di pacificazione fra italiani e slavi, e frenare invece l'attività di quei partiti, che non solo non dimenticano i vecchi odi, ma vogliono approfittare della vittoria italiana per sopraffare ed abbattere per sempre gli odiati avversari. Nei paesi definitivamente assicurati all'Italia le lotte di nazionalità dovevano immediatamente cessare all'indomani della vittoria: esse erano un mezzo necessario di difesa dell'italianità finché, entro l'impero d'Austria, gli slavi della Venezia Giulia avevano dietro a sé i 34 o 35 milioni di slavi di tutto l'impero e col loro appoggio minacciavano di diventare una forza sempre piu invadente e travolgente: es$e sono invece un non senso nelle condizioni attuali, quando i rapporti delle forze si sono totalmente capovolti, e gli italiani redenti hanno dietro a sé i 34 milioni d'italiani dei vecchi confini. Continuare in queste condizioni le vecchie lotte contro gli slavi sarebbe non solo un'opera odiosa, ma significherebbe voler creare un irredentismo pericoloso e voler provocare gravi rappresaglie contro le minoranze italiane rimaste in territorio slavo. Perciò nella Venezia Giulia, sfatata ormai la vecchia leggenda di austriacantismo, il partito socialista dev'essere coadiutore della politica governativa per far tacere gli odi nazionali, e ad esso dovrebbe essere assicurato non l'appoggio governativo, non richiesto né ambito, ma la possibilità di agire liberamente nell'ambito della legalità, senza 1 Oberdorfer Aldo, socialista riformista triestino, pubblicista, collaborò all' " Unità " negli anni 1919-1920. [N.d.C.] 477 ' BibliotecaGinoBianco

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