Per chiarire le idee tito, non può avere nessuna efficacia. Perché o essi giustificano il loro consiglio con la considerazione che i partiti sono pieni di pericoli: e quegli altri domanderanno, perché, allora, essi, i consiglieri, stanno in un partito. Oppure giustificheranno il consiglio con la considerazione che, un partito buono· già esiste, ed è quello dei consiglieri; e quegli altri non ne vorranno sapere, per la ragione che ... non ne vogliono sapere. Insomma, quelli fra gli amici dell'Unità, che hanno un partito a cui credere e in cui militare, farebb.ero bene a non intervenire in una discussione, che può e deve interessare solamente coloro, che non hanno partito: i quali arriveran~o magari alla conclusione che un partito non sia necessario o sarebbe dannoso; ma ci arriveranno, caso mai, per via del tutto diversa da chi ha già la casa fatta, ·e non sente nessun bisogno di uscirne per cercarne un'altra o per dormire al sereno. In terzo luogo, non sarà male eliminare l'equivoco, secondo cui l'Unità " non si è mai posta la domanda se per c;iso tutte le riforme non debbano scaturire da un concetto fondamentale e preciso sulla costituzione e sull'ordinamento dello Stato, per poter armonizzarsi fra loro e perché le une non facciano a calci con le altre." Basta leggere l'Unità dal primo numero del 16 dicembre 1911 a questo numero del di 12\ aprile· 1919, per vedere che fra gli studi da noi pubblicati non ce n'è uno solo che faccia a calci col- !' altro, e che un concetto fondamentale e preciso ci ha sempre guidato in tutta la nostra opera: ed è il concetto di un'azione democratica per la conquista di riforme concrete autenticamente democratiche: il concetto di una democrazia non parolaia, non camorrista, non traditrice sistematica degl'ideali e dei metodi democratici, qual è quella, che è rappresentata, cioè imprigionata e disonorata, in tutti i partiti ufficiali e tradizionali della democrazia italiana. Quel concetto fondamentale e preciso consta di molti elementi concatenati logicamente gli uni cogli altri, come può risultare dall'abbozzo di "dichiarazione di principi," che pubblicato in uno dei passati numeri dell'Unità, discusso lungamente cogli amici di Firenze e di Roma, ha assunto la forma del progetto pubblicato in questo numero, e sarà ridiscusso dal convegno di Firenze in una discussione, che dovrebbe servire a chiarire se esiste fra quegli amici dell'Unità, che non fanno parte di nessun partito e vorrebbero organizzarsi per un'azione comune, una perfetta concordia sugli orientamenti generali della eventuale azione. Fra gli elementi di quel concetto fondamentale e preciso non c'è la repubblica. Questo è evidente. . La repubblica risponde alle esigenze logiche, ma astratte, dell'ideale democratico. Ma da che mondo è mondo, nessuna rivoluzione repubblicana è stata mai fatta per il bisogno di· realizzare in tutte le sue conseguenze logiche l'ideale democratico: i re sono stati mandati via non perché i loro popoli un bel giorno si sieno avvisti che la monarchia non era nella logica democratica, ma perché l'opera_ loro contrastava con la volontà dei BibliotecaGinoBianco
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