Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana tutela della libertà e della correttezza elettorale, - io sentivo il dovere di accettare la candidatura. Ma dovevamo rimanere bene intesi, che io non potevo impegnarmi a lottare senza esclusione di mezzi contro le ·presunte sopraffazioni dei nostri avversari e degli agenti del governo, se i miei seguaci non mi avessero assicurato che per parte loro avrebbero_agito con la correttezza piu scrupolosa. Nel caso che noi non ci fossimo seriamente astenuti da ogni frode e da ogni violenza, la resistenza che io mi proponeva di organizzare contro le frodi e contro le violenze degli avversari e del governo, non sarebbe stata piu la rivendicazione di un diritto, ma si sarebbe trasformata in un atto di teppismo volgare. Perciò gl'impegni, che io esigevo dai miei sostenitori, erano categorici e precisi. Se durante l'andamento . della lotta elettorale io avessi dovuto vedere che questi impegni non erano rispettati, io avrei immediatamente rivendicata la mia libertà d'azione, e mi sarei ritirato dalla battaglia. Io non li ritenevo ancora impegnati con me; ero sempre pronto a rinunciare ancora una volta alla candidatura. Se intendevano insistere, occorreva che si rendessero bene conto della gravità dell'impegno che assumevano. E i patti dovevamo a garanzia reciproca comunicarli agli elettori. La sola piattaforma elettorale, che io fossi disposto ad accettare, era questa e non l'altra. I socialisti e democratici cristiani dichiararono con calore che essi intendevano dare alla mia candidatura appunto il significato che io ero disposto ad accettare, e mi ripeterono esplicitamente e incondizionalmente l'offerta. I radicali dichiararono che essi, fedeli all'impegno assunto precedentemente, aderivano alla deliberazione dei socialisti e dei democraticicristiani. I due repubblicani dichiararono di non aver nulla da ridire sulle mie idee intorno al programma della lotta; ma di non potere aderire alla mia candidatura senza essersi prima consultati coi loro amici, i quali per ragioni locali reputavano preferibile a me un altro candidato. Non dissero altro. E se ne andarono. Io per parte mia dichiarai che la opposizione dei repubblicani non era per me un motivo per rifiutare la candidatura; anche se nel collegio le persone disposte ad opporsi risolutamente alle violenze e ai brogli fossero tre sole, e queste persone mi invitassero ad unirmi a loro come candidato, io mi sentivo in dovere di dare ad esse la mia collaborazione: l'importante, molti o pochi che fossero i miei futuri elettori, era che fossimo bene d'accordo sull'indirizzo da dare alla campagna. Cosf c'impegnammo io da una parte, e i socialisti, i democratici cristiani e i radicali dall'altra. Ci demmo appuntamento per il pomeriggio ad Albano. E gli amici corsero al telefono per dare ad Albano la notizia definitiva della mia accettazione. 5 s Il resoconto dell'adunanza si trova riprodotto con esattezza nell'" Avanti!" del 5 april~ 1910, seconda pagina. E il resoconto delle trattative avyenut~ fra me e_ 1~ person,~, che -~! scrivevano da Roma e da Albano, dal 31 marzo al 4 aprile, st trova esattissimo nell Avanti. del 7 aprile 1910, terza pagina. 168 BibliotecaGinoBianco

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