Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Il ministro della mala t1ita tici; e deficienti, incapaci di pensare e di vole;e, e quindi esclusi dai diritti politici, perché non sanno leggere e scrivere. Nell'Italia settentrionale gli operai e i contadini, sapendo leggere e scrivere, sono considerati dottori in scienze politiche, e perciò sono elettori, e col semplice peso enorme della loro massa rappresentano un ostacolo poderoso contro ogni prepotenza e frode. Nel Mezzogiorno la moltitudi_ne lavoratrice è tenuta con la massima diligenza fuori del diritto elettorale; le lotte politiche si riducono in ogni collegio a contrasti di poche centinaia di elettori organizzati in clientele sfruttatrici delle pubbliche amministrazioni e conculcatrici dei lavoratori analfabeti; in queste battaglie, a cui la grande maggioranza dei cittadini rimane estranea, è facile la vittoria alla prepotenza e alla corruzione. Non solo, poi, gli elettori meridionali sono numericamente piu scarsi che i settentrionali, ma sono anche intellettualmente e moralmente arretrati. Un delegato Prina, un delegato Gafà non oserebbero compiere in Romagna ciò che hanno osato nei collegi di Gioia del Colle e di Licata; né i loro superiori gerarchici si sognerebbero di affidare loro incarichi simili a quelli, che in questo libro abbiamo documentati: poiché in Romagna un delegato sarebbe fatto a pezzi senza tanti riguardi, se si arrischiasse a provarvi i metodi dell'Italia meridionale. I meridionali, invece, dall'on. Giolitti, dai suoi prefetti, dai suoi delegati sono giudicati gente profondamente, radicalmente, inguaribilmente vigliacca: buona a fare le "pastette," se la questura assicura le spalle; incapace di esporre la vita per la difesa del diritto e dell'onore. E l'esperienza ha dimostrato sinora che questo giudizio non era sbagliato. Finché gli elettori meridionali, innanzi ai bastoni dei "mazzieri" e alle armi dei questurini, non sapranno far meglio che scappare, e andare dai notai a far certificare la loro fuga, e presentar flebili querele alla magistratura affinché condanni qualche delegato o qualche malvivente mezz'anno dopo le elezioni; fino a quando gli elettori meridionali non abbandoneranno l'abitudine serafica della resistenza passiva, e non imporranno ai questurini il rispetto dei loro diritti con le armi alla mano, le elezioni meridionali saranno sempre fatte dai "mazzieri, " e bene starà a cittadini vili se saranno bastonati e disprezzati. Solo, affinché questo possa avvenire, è necessaria l_a complicità del governo. Ed ecco dove incominciano le responsabilità personali e consapevoli dell'on. Giolitl'i. Il quale approfitta delle miserevoli condizioni del Mezzogiorno per legare a sé la massa dei deputati meridionali: dà a costoro " carta bianca " nelle amministrazioni locali; mette, nelle elezioni, al loro servizio la mala vita e la questura; assicura ad essi e ~i loro clienti la piu incondizionata impunità; lascia che cadano in prescrizione i processi elettorali e interviene con amnistie al momento opportuno; mantiene in ufficio i sindaci condannati per reati elettorali; premia i colpevoli con decorazioni; non punisce mai i delegati delinquenti; approfondisce e con• 137 BibliotecaGinoBianc0

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