Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana venissi meno al dovere di denunciare un tale reato. Si cercò di colmarmi di gentilezze, si tentò di farmi acce~tare liquori, ecc. Tutto ciò porto a conoscenza di codesto Comando, per i provvedimenti che crederà opportuni, perché un tale reato venga giudicato dalla autorità competente, e perché l'Esercito non abbia piu ad essere, suo malgrado, complice di simili reati, commessi alla sua ombra e sotto la sua protezione. Si annettono le dichiarazioni del caporale Foscale Candido e del soldato Rosario Natale, testimoni del reato di cui sopra. Il Tenente F. ANIELLO lERVOLINO Sull'opera del delegato Tornabene, distaccato a "fare elezioni" in questa sezione, ecco che cosa raccontò nel pubblico dibattimento del processo il cav. Giuseppe Tobia, consigliere provinciale ed ex sindaco di Alcamo: Ricevuto dal presidente del seggio, signor Vesco, l'ordine di sgombrare la sala, il delegato di pubblica sicurezza Tornabene tentennò e scrisse un biglietto che consegnò ad un agente, il quale, tornato dopo IO minuti, portò un altro biglietto al delegato medesimo, che lo lesse e se lo conservò in tasca. Allora il delegato si mostrò deciso a tutto. Io suppongo che il delegato Tornabene scrisse quel biglietto per essere autorizzato dal suo superiore immediato (il sotto-prefetto) a fare quello che fece. Per questa "pastetta" il Tribunale di Trapani, con sentenza del 21 ottobre 1909, condannò a due anni e 4 mesi di detenzione, L. 2600 di multa e quattro anni di interdizione dai pubblici uffici, Vesco Nicolò, assessore comunale e presidente del seggio provvisorio e definitivo della settima sezione; e a due anni e tre mesi di detenzione, L. 2400 di multa e quattro anni di interdizione, Tardino Vincenzo, identificatore del seggio definitivo. Inoltre Taddeo Dia, identificatore del seggio definitivo della prima sezione, è stato condannato con sentenza del 19 ottobre 1909 a tre mesi di detenzione, L. 200 di multa e due anni di interdizione, per avere attestata la identità di elettori morti o emigrati. Il cav. Vincenzo Pugliese, pro-sindaco della città e presidente del seggio provvisorio della seconda sezione, è stato condannato con sentenza del 29 luglio 1909, a 14 mesi di detenzione ed a L. 1200 di multa; e Antonio Adamo, risultato presidente del seggio definitivo alla stessa sezione, a sette mesi di detenzione e L. 600 di multa, per avere durante la votazione per il seggio definitivo fatto il "coppino," cioè avere abusivamente introdotto nell'urna un pacchetto di schede preparate coi nomi di cui si voleva assicurare la vittoria. È aperto procedimento penale, sempre per "pastetta elettorale" contro il presidente e lo scrutatore dell'ufficio della terza sezione. Il marchese Antonio Lazio, assessore comunale e presidente del seggio definitivo della quarta sezione, è stato condannato, con sentenza del 13 ottobre 1909, a tre mesi di detenzione, L. 200 di multa e due anni di interdizione, per aver ricusato di lasciar votare un elettore, dichiarandolo sco132 BibliotecaGino Bianco

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