Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta stava negoziando a Londra, "sugli acquisti indispensabili in Dalmazia per ragioni strategiche, e sulle altrettanto indispensabili rinuncie per ragioni po– litiche ed economiche. " 5 Si è scordato semplicemente di spiegare quali fos– sero gli acquisti e quali le rinuncie indispensabili. Sonnino rispose a Tittoni il 25 marzo che avrebbe tenuto conto "per quanto era possibile" dei suoi suggerimenti, e non ne tenne nessun conto. Se assumiamo a base dei nostri calcoli il numero degli abitanti quale era nel 1915, noi troviamo che Sonnino, dopo aver eliminato dalle Alpi e dall'Adriatico l'Impero austro-ungarico coi suoi 51 milioni di abitanti, . avrebbe desiderato lasciare alle spalle· della Venezia· Giulia italiana un' Au– stria-Slovenia-Ungheria-Croazia, che avrebbe contato non meno di venti mi– lioni di abitanti, qualora avesse perduto non solo i territori rivendicati dal– l'Italia e la Bosnia-Erzegovina destinata alla Serbia, ma anche la Boemia, la Galizia e la Transilvania, e ne avrebbe contati di piu se queste terre, o al– cune di esse, fossero rimaste sempre attaccate al nucleo centrale. Nello stesso 'tempo, alle spalle della Dalmazia italiana, Sonnino avrebbe voluto creare una Serbia-Bosnia-Erzegovina con circa 7 milioni di abitanti, collega– ta solo fino a un certo_.,. punto con un Montenegro abitato da circa 1 mi– lione di abitanti. Sonnino non si domandava se prima o poi - e forse piu prima che poi - l'Austria diminuita e la Serbia ingrandita non si sareb– bero alleate per buttare a mare gli italiani tanto dalla Venezia Giulia quanto dalla Dalmazia. Qualora invece egli avesse rinunziato ad ogni pretesa sulla Dalmazia e si fosse proposto di favorire la creazione sulle coste dell'Adriatico orientale di uno Stato nazionale jugoslavo, questo Stato sarebbe arrivato a Lubiana in Slovenia, cioè si sarebbe incuneato col suo angolo nord-occidentale fra la Venezia Giulia italiana e l'Austria. Esso avrebbe dovuto difendere quel- 1' angolo slavo contro un nuovo assalto tedesco e la Croazia contro un nuovo assalto magiaro. In conseguenza sarebbe stato interessato. ad allear– si coll'Italia, che ·avrebbe avuto anch'essa da proteggere, contro le stesse minaccie, la Venezia Giulia. Da un lato c'era dunque il pericolo di un'alleanza fra l'Au– stria diminuita e la Serbia ingrandita contro un'Italia padrona e della Ve– nezia Giulia e della Dalmazia: alleanza capace di mobilitare le risorse· di non meno di 27 milioni di abitanti; dall'altro c'era la possibilità di una alleanza fra l'Italia (37 milioni) padrona della sola Venezia Giulia, e il nuo– vo Stato Jugoslavo (13 milioni) a cui l'Italia avrebbe abbandonato la Dal– mazia: alleanza diretta a garantire i due paesi contro una eventuale spinta del retroterra tedesco-magiaro verso fAdriatico. La scelta fra le due alternative -non avrebbe dovuto essere dubbia per qualunque persona di buon senso. Certamente uno Stato nazionale jugosla– vo presentava anch'esso i· suoi pericoli. I governanti di questo Stato avreb- s La Guerra Diplomatica, p. 60. 546 BiblioteçaGino Bianco

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