Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Andrassy e Ignatieff offrirono ai governanti italiani di occupare la Tunisia; nel 1877, Bismarck e lord Derby offrirono all'Italia l'Albania; durante il Congresso di Berlino, Bismarck fece offrire di nuovo la Tunisia, e Salisbury consigliò di scegliere fra la Tunisia e la Tripolitania; e dopo il Congresso di Berlino, il governo francese offrf replicatamente la Tripolitania. Il governo italiano rifiutò sempre: in fondo, era il meno sciacallo di tutti. Il governo italiano desiderava ottenere il Trentino: e il Trentino era un piccolo paese di 200 mila abitanti, tutti compattamente italiani. Il princi– pio di nazionalità non è certo un dogma, a non credere nel quale si corra pericolo di finire nell'inferno. Tutti gli imperialisti, in tutti i paesi, lo rifiu– tano, quando è invocato dagli altri contro di loro, salvo a invocarlo per sé quando sono minacciati da altri. Ma c'è stata nel secolo XIX una grande scuola di moralisti e di politici, che ha considerato sacro il diritto di nazio– nalità. E la storia europea del secolo XIX non è che una serie di continue approssimazioni successive per la realizzazione del diritto di nazionalità. Se guaraiamo l'atteggiamento del governo italiano da questo punto di vista, e se ricordiamo che il Trentino era, senza possibile contestazione, abitato da popolazione compattamente italiana, dobbiamo conchiudere che il governo italiano desiderava di ottenere quel che gli spettava. Cioè fu il solo governo che, in quegli anni, non facesse politica da sciacalli. Del resto, Bismarck non era uomo da scandalizzarsi dell'Italia, se non avesse avuto i suoi buoni motivi per essere scan,dalizzato. Nell'ottobre del 1879 egli aveva concluso con Andrassy una alleanza difensiva, per la even– tualità che il governo russo prendesse la iniziativa di una guerra sia contro l'Austria, per la questione balcanica, sia contro la Germania, come alleato della Francia. Per questo secondo caso, Bismarck avrebbe desiderato conso– lidare anche meglio il blocco austro-germanico, mediante una alleanza con l'Italia. Nelle sue Memorie egli ha spiegato che la Germania e l'Austria potevano essere sicure della vittoria contro una duplice franco-russa, sola– mente nel caso che l'Italia fosse rimasta inattiva; "se invece le aspirazioni dell'Italia avessero minacciato i possessi austriaci sull'Adriatico, e avessero impegnato qui una parte delle forze austriache, allora la lotta del gruppo austro-ger,manico contro una triplice franco-russa-italiana, sarebbe divenuta ineguale." Anche l'imperatore Guglielmo I era convinto che l'alleanza ita– liana era desiderabilissima per la Germania. Noi non dobbiamo dimenticare - scriveva nel 1882 - i vantaggi, che la nostra alleanza con l'Italia ci procurò contro l'Austria nella guerra del 1866. I risultati militari dell'esercito italiano in questa guerra furono piuttosto un fiasco. Ma l'Italia attirò nel proprio territorio 130 mila uomini dell'esercito austriaco. Se avessimo avuto contro di noi, a Konigsgratz 130 mila uomini di piu, il resultato sarebbe stato probabilmente di– verso. Noi non dobbiamo perdere di vista questa esperienza nella nostra politica. È necessario per noi conservare l'amicizia coll'Italia. Mentre desiderava l'amicizia coll'Italia, Bismarck non abbandonava mai la speranza di ristabilire le buone relazioni con la Russia, e di pacifi- · 312 BibliotecaGino Bianco

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