Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La politica estera del!' Italia mente difficile come fu quella dell'Italia nella vertenza marocchina: per fortuna il Ministero Fortis cadde a tempo; e il San Giuliano ebbe la intuizione generale di mandare ad Algesiras il Visconti-Venosta, che salvò ed onorò l'Italia. La concessione della ferrovia macedone, fatta dal sultano all'Austria, gli cadde sulla testa come una tegola: per fortuna intervenne la Russia a chiedere in compenso la ferrovia transbalcanica; e lui si afferrò alle falde della Russia e cosi anche questa fu rattoppata. Quando scoppiò in Turchia la magnifica rivoluzione costituzionale, l'examministratore del Credito immobiliare, secondo la sua abitudine, non ci capi nulla; e lasciò che l'ambasciatore Imperiali - un uomo oggi pericolosissimo in Turchia perché asservito all'ambasciatore germanico - aiutasse la fuga di un pascià ladro e concussionario e odiato da tutti i liberali; cosi suscitò contro di noi le recriminazioni ed i sospetti dei Giovani turchi: e questa non ebbe il buon senso di accomodarla, neanche col dare un congedo di salute all'ambasciatore Imperiali. Ora poi, mentre tutti gli stati si accingevano a protestare contro l'Austria, egli solo proclamava a Carate - nuovo balordo Pangloss della diplomazia - che tutto va bene nel migliore dei mondi possibili.· Finora - bisogna dire la verità - l'on. Tittoni ha avuto due fortune che gli hanno permesso di spropositare felicemente: 1) una faccia tosta a tutta prova; 2) avversari ancor meno competenti di lui in questa materia. Codesti avversad sono i democratico-massonico-irredentisti, che parlano nel Secolo, nella Vita, nella Ragione e in altri simili giornali. Questa gente ha combattuto sempre e combatte il Tittoni, non per i suoi errori di politica estera, ma perché è, nella politica intern,, clericale. E sono ben lieti che gli vada male la politica estera, perché sperano di potergli piu facilmente mandare a male la politica clericale. Alcuni di eS)i, poi, mentre assalgono il Tittoni, lasciano da parte volentieri il Giolitti, rebbene questi sia responsabile della politica, estera quanto, se non piu, del Tittoni; perché la loro sola preoccupazione è quella di mandar via il Tittoni fal Ministero, sostituirlo con qualche cariatide della democrazia, e godere cos: i vantaggi che ora godono i clericomoderati. Questi disinteressati araldi dei nostri interessi nazionali sono, spesso, anche irredentisti. Cioè a dire, essi non dicono, come diciamo noi, che l'Austria deve dare l'università a Trieste, l'autonomia al Trentino, e creare nell'Istria un sistema amministrativo che consenta h convivenza pacifica di italiani e slavi. Ohibò! Essi vogliono unire all'Italia il Trentino e l'Istria e conquistare i confini naturali. E dicono all'Austria· " Voi siete una carogna, perché siete il nostro eterno nemico. Voi siete destinati a sparire; e noi siamo sempre disposti a dare un colpo di spalla pe- aiutarvi ad andare a rotoli. Però, oggi come oggi, noi non siamo in gradc di farvi la guerra: anzi, siccome questo ci fa comodo nelle elezioni, sbraitiamo spesso e volentieri che si debbano abolire le spese militari, dunque, ?er cui, noi dobbiamo essere nemici: voi dovete star buoni ed aspettare che ;iamo in grado di saltarvi addosso. E noi al 47 Bibhotea;aGino Bianco

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