Per l'amicizia italo-iugoslava: le due guerre 1 L'ltali~ può entrare nella guerra europea con due programmi diversi. Uno è quello di approfittare della crisi attuale, per strappare a nemici e ad amici piu territori che sia possibile, senza badare all'avvenire, preoccupandosi esclusivamente di allargare sulle carte geografiche i colori dei confini e dei possedimenti coloniali, aprendo alla cieca questioni nuove, mentre se ne chiude qualcuna delle antiche, creando germi di future guerre nel momento in cui si tracciano le basi della pace. L'altro programma è suggerito dalla v.olontà di adoperare la guerra, nell'interesse dell'Italia e della umanità, come strumento doloroso ma necessario di una piu larga pace. La Germania ha provato e sta provando in questi giorni quale diversa utilità abbiano, a lungo andare, per una nazione i due diversi tipi di guerra. Dopo le vittorie del 1866, il re di Prussia e la coterie militare che lo circondava non si contentavano di escludere l'Austria dalla Confederazione germanica: volevano anche occupare qualche provincia, per esempio la Boemia; i piu accesi proclamavano la necessità di una marcia su Vienna. Bismarck si oppose disperatamente a queste follie: Noi, - diceva al re, - dobbiamo evitare di offendere gravemente l'Austria e di lasciarci dietro, piu di quanto sia utile, una durevole irritazione e il bisogno della ri- ~incita; dobbiamo, anzi, riservarci la possibilità di ritornar amici con l'attuale nemico. t! in ogni caso considerare lo Stato austriaco come una pedina nella scacchiera europea, e la rinnovazione dei buoni rapporti con esso come una mossa che dobbiamo renderci possibile. Se l'Austria viene molto danneggiata, diverrebbe alleata della Francia e di ogni nostro nemico: essa sacrificherebbe perfino i suoi interessi antirussi alla rivincita contro la Prussia1 • (Per un mometnto sembrò che prevalesse il partito militare.] Ritornato nella mia camera, - scrive Bismarck nei Pensieri e ricordi, - mi trovavo in tale disperazione, che mi venne il pensiero se non fosse meglio per me buttarmi giu dal quarto piano. Alla fine, il consiglio della saggezza prevalse nell'animo del re; e da questa saggezza la Prussia guadagnò la possibilità di quell'alleanza austro-germanica del 1879, che ha tenuto per trent'anni l'Europa sotto la propria egemonia, e alla quale deve oggi la Germania se può resistere cosi fieramente in una lotta cosi sovrumana, e se potrà uscirne senza danni eccessivi ed irreparabili. L'altro tipo di guerra la Germania lo segui nel 1870-71.Allora l'albagia militare prevalse sulla prudenza civile: lo stesso Bismarck non seppe resistere all'ebbrezza del trionfo: strappando alla Francia l'Alsazia-Lorena, e creando 1 Pubblicato in • L'Unità," a. IV, n° 21, 21 maggio 1915, p. 681, e riprodotto nel voi. "L'Unità" e "La Voce " politica cit., pp. 468-471. [N.d.C.] 521 Biblioteca Gino Bianco
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