Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

• " Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 fanno ammettere, che all'Italia debba attendere un migliore avvenire, che non sia quello di diventare un Portogallo del Mediterraneo. Io credo di essere conseguente ponendomi dalla parte delle legittime aspirazioni nazionali e combattendo l'imperialismo. E perciò i rimproveri, che l'Unità eleva in chiusa contro di me, non mi tangono. Io non so quali siano i governi, di cui io sia amico; poiché - purtroppo - io non ne ho ancora veduto nessuno, cui secondo le mie idee io potrei essere amico. Io non ho mai approvato la politica del governo austriaco verso gli italiani ed ho sempre perorato pubblicamente per l'erezione dell'Università italiana a Trieste. fo non ho approvato la forma dell'ultimatum austriaco alla Serbia ed in quegli ultimi giorni di luglio ci furono giornali· che non tacquero né assentirono. E la pietà per i dolori della guerra non è per i tedeschi un articolo di esportazione nei paesi neutrali, come vien detto ironicamente, ma per i tedeschi come per gli altri popoli civili un sentimento profondo, umano. Dove la guerra è legittima difesa dei beni nazionali, deve esser sopportata, dove non lo è, la guerra rimane un delitto. Mi creda Suo devotissimo Luno M. HARTMANN Posti'lla Rare volte, nelle discussioni, è avvenuto, come in questa, un cos1perfetto accordo nei principi, e cosI profondo dissenso nella visione dei fatti concreti. E osservando la fermezza incrollabile, con cui uno scienziato dell'ingegno e della rettitudine dell'Hartmann, procede ad affermazioni, che sembrano a noi contrastare violentemente con la realtà, noi ci sentiamo sconvolti nelle basi stesse della nostra vita intellettuale; e ci domandiamo come sia mai possibile che la stessa realtà concreta assuma forme cosI opposte, secondo i diversi osservatori, senza che si possa mettere in dubbio la buona fede né degli uni né degli altri. Dunque secondo l'Hartmann, la Germania segue "una politica di sobrietà nazionale." Infatti, offd nell'estate passata all'Inghilterra di rispettare l'integrità del Belgio; e alla fine della guerra è certo che non si annetterà il Belgio; e promise alla Russia che l'Austria avrebbe rispettato il territorio della Serbia; né era possibile considerare il delitto di Serajevo come ammesso dal diritto delle genti. A noi sembra di sognare. È mai possibile isolare la promessa, fatta dalla Germania all'Inghilterra, di rispettare la " integrità " del Belgio, dal fatto che nel momento stesso, in cui faceva quella promessa, la Germania violava la neutralità e l'indipendenza del Belgio, cioè dimostrava che le sue promesse erano "pezzi di carta"? E come può l'Hartmann ignorare le dichiarazioni fatte il 18 aprile scorso dal516 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==