Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Postilla di questo incredibile egoismo. Io vorrei, se è possibile, giungere a qualche risultato migliore. Vorrei che, se andremo in guerra (come per molti segni pare probabile), tutti coloro che hanno in Italia un po' di coscienza e, anche senza esser spinti dalla solidarietà verso gli umili, sentano almeno il pericolo di questa soverchiante preoccupazione degli interessi loro, a cui sola obbediscono le classi dirigenti, si unissero a reclamare, mentre la guerra dura, senza lasciarsi ingannare dalle invocazioni alla solidarietà nazionale: che della guerra spetta a chi può di sostenere le spese; che gli abbienti devono addossarsi sacrifici adeguati alla gravità del momento; che lo spettro della miseria non deve accrescere l'orrore della situazione; che lo Stato non deve abbandonare per la guerra tutte le opere onde s'alimenta la vita delle popolazioni, anche se, per provvedere alle spese, dovrà imporre domani agli abbienti nuovi tributi. Si adottino pure tutte quelle cautele, che la scienza degli economisti e Ja pratica possono suggerire per evitare crisi e rincaro della moneta; ma non si faccia il calcolo brutale di poter, col regime di guerra, soffocare le proteste degli stomachi affamati. Se questo, viceversa, fosse nelle intenzioni o divenisse domani un fatto, per impulso inconsapevole dell'egoismo, non si pretenda di far calcolo sull'unanimità nazionale; e se questa sarà apertamente rotta anche di fronte alla minaccia nemica, non si incolpi né l'oro tedesco né l'antipatriottismo socialista: s'incolpi solo la politica delle classi dirigenti che, anche nei momenti piu gravi, non hanno avuto occhio ad altro che ai loro interessi. UGO Gurno MoNDOLFO Postilla Dell'articolo del Mondolfo, pubblicato nel numero del 26 marzo, postillai quella.sola parte, in cui non ero d'accordo. Il resto riusciva cos1 perfettamente conforme a tutte le idee fondamentali dell'Unità, che era perfettamente inutile ogni esplicita adesione da parte mia: era proprio quello il caso del " chi tace acconsente." E se lo spazio lo permettesse, potrei riprodurre, periodo per periodo, l'articolo del Mondolfo, segnando accanto a ciascun periodo i numeri dell'Unità, prima e dopo il 26 marzo, in cui io o altri collaboratori abbiarno scritte e ripetute le stesse cose. Ed anche a tutto quanto scrive il Mondolfo in quest'articolo non posso che aderire. Si potrebbe, anzi, allungare, di molto, la nota delle accuse, che il Mondolfo muove all'egoistica cecità delle nostre classi dirigenti. Per altro, noi crediamo che l'amico Mondolfo non sia del tutto giusto, scaricando la intera responsabilità di questi errori sulle "classi dirigenti": o meglio, siamo disposti a riconoscere la giustizia integrale delle sue critiche, solo che egli riconosca che di quelle "classi dirigenti" fa parte, e in prima linea, tutto il personale direttivo delle organizzazioni socialiste. Sarà bene non dimenticarlo mai: in un paese come il nostro, in cui i gruppi di governo non 509 34 • iotecaGino Bianco

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