Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 te affatto rispettabili,, per giunta) s~'al~are. ddl~ patria: e. h_anno c~ed~to o~portuno ?i. serbare sulla cosa il piu scrupoloso silenzio amtatl dalla insipienza di giornali e sodalizi democratici e socialisti, nessuno dei quali ha mostrato di accorgersi di qudla pirateria, contro cui sarebbe stato giusto iniziare una opposizione che andasse oltre una platonica per quanto vibrata protesta. . . . . . . . Pure a Milano è avvenuto che il Comune, per le condizio01 eccezionalmente tnst1 di quest'annata, ha ritenuto di dover fare in bilancio alcune impostazioni di somme destinate a provvedere, piu largamente che negli anni addietro, alla beneficenza, ad eseguire lavori, anche non urgentissimi, che possano tuttavia servire ad attenuare la disoccupazione e ad impedire l'accumularsi di troppi impegni nei bilanci futuri. Per provvedere alle maggiori spese e all'assestamento del bilancio, un po' sofferente ancora per una certa finanza allegra di qualche anno addietro, si è dovuto naturalmente aumentare le entrate; e fra i vari mezzi il piu acconcio in questo momento è sembrato un notevole aumento della sovrimposta. Si può forse discutere se non si potesse attingere anche da altri tributi una parte di quella somma che occorrerà per colmare il disavanzo di circa 6 milioni e mezzo; si può anche non accogliere interamente l'argomentazione con cui la Giunta vuol dimostrare che l'aumento della sovrimposta non sarà destinato a ripercuotersi sul prezzo degli affitti e sarà in parte compensato dall'abolizione dd dazio sui ma- · teriali da costruzione: certo è però che classi dirigenti, consapevoli dei loro doveri e illuminate anche nella difesa dei loro interessi, avrebbero dovuto sentire che, mentre la • guerra ha gettato in una spaventevole miseria centinaia di migliaia di famiglie operaie e ha tolto e piu, forse, toglierà ad esse l'aiuto delle braccia piu valide, era cosa gretta, inumana e cosi incauta nello stesso tempo, che esse contendessero, per avarizia, al Comune il mezzo di far fronte alla situazione eccezionale, in misura meno inadeguata alla gravità dei bisogni. Invece esse non hanno sentito altro impulso che quello del piu gretto egoismo. I loro piu autentici rappresentanti nel Consiglio comunale sono andati a pesare il grado di urgenza ddle varie impostazioni di bilancio, hanno concluso che si poteva aspettare, hanno criticato la soverchia larghezza ndla previsione delle spese, hanno richiamato l'articolo 307 della legge comunale e provinciale che vieta, come è noto, certe spese facoltative ai Comuni che superano il limite legale ddla sovrimposta, hanno dichiarato di ripromettersi dalla Giunta provinciale amministrativa l'annullamento delle, deliberazioni del Consiglio comunale; e di tutto il resto, della miseria che dilaga, della fame che urla (non è demagogia!), dei doveri sociali di chi sta in alto e ha denari: di tutto ciò neppure il piu lontano sentore. E c'è, tra i fraders della minoranza conservatrice, il presidente di una associazione interventista a cui dovrebbero esser fisse nella mente le esigenze della preparazione civile! Non parliamo poi di quel che scrive il bollettino dell'Associazione dei Proprietari di case, e dd dl,lplice ricorso presentato dal loro presidente contro il bilancio preventivo e contro i nuovi provvedimenti tributari. Si può immaginare facilmente che questa gente non vede altro problema nel mondo che il saggio di profitto dei loro capitali I Potrei continuare ancora con molti altri esempi, caro Salvemini; ma sarebbero inutili. In gran parte son cose risapute. L'egoismo è il solo impulso ddle nostre classi dirigenti, che le spingono fino alla brutalità. Quel che fanno di fronte alla classe operaia, fanno anche verso la Patria, ai cui interessi solo dagli altri reclamano devozione e sacrifizio. Quel che fu nel 1911-12 per l'impresa di Tripoli, si ripete oggi e si ripeterà domani, se andremo in guerra. Valga per tutti l'esempio di uno dei piu grandi industriali italiani il quale continuò a fornire per piu mesi ai belligeranti un suo prodotto che fa parte del materiale da guerra, e celebrava nell'autunno scorso i vantaggi che la neutralità arrecava all'industria italiana; e confessava poche settimane fa di essersi convertito gradualmente all'interventismo, forse perché la vigilanza del Governo, pressata dalla pubblica opinione, aveva reso difficile l'esportazione dei suoi prodotti e bisognava rifarsi coll'ottenere commissioni piu abbondanti dal Governo italiano. Si dice infatti che i guadagni di quell'industria, di cui è titolare un membro del Parlamento, abbiano quest'anno superato di oltre un milione i guadagni dell'anno passato. La conclusione d1 questo mio scritto non vuol essere solo la giusta riprovazione 508 BibliotecaGino Bianco

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