Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Principii e conseguenze nazionalisti nostrani, negli anni scorsi, quando avevano il programma di muovere all'assalto della Francia sotto le bandiere della Triplice Alleanza. Ma questa carnpagna non ha avuto mai ripercussioni notevoli fuori dei cenacoli nazionalisti, per la ragione semplicissima che tutti in Italia sappiamo che gli abitanti della Corsica e di Nizza non vogliono essere uniti politicamente all'Italia: e in questioni di questo genere ciò che conta non è né la storia piu o meno antica, né la razza, né la lingua: conta la volontà. Ora, questa volontà di unionè all'Italia, che non si può invocare per la Corsica, esiste nel Trentino, esiste in Trieste, esiste nell'Istria occidentale. Non esiste in Dalmazia se non per una parte minima della popolazione: e per questo noi siamo pienamente d'accordo coll'Hartmann nel sostenere che l'Italia deve rinunciare ad ogni pretesa imperialista sulla Dalmazia, a vantaggio beninteso non dei tedeschi o dei magiari, ma a vantaggio dei serbo-croati. E su questa base - rinunzia dell'Italia ad ogni pretesa imperialista sulla Dalmazia - e con l'aiuto di opportune convenzioni commerciali e militari fra l'Italia e la Serbia, sembra a noi evidente la possibilità di una pacifica convivenza italo-serba nell'Adriatico, e di un'alleanza difensiva contro ogni tentativo di reazione tedesca e magiara. Questa è proprio la via che "conduce fino ai confini naturali e storici dell'Italia"; né noi vediamo, perché l'Hartmann trovi incerto ed indeterminato questo che è il programma della grande maggioranza della gente ragionevole d'Italia. Le osservazioni dell'Hartmann valgono contro le infatuazioni imperialistiche di pochi letteratoidi fanatici, non valgono contro il programma nazionale italiano. Ma anche se noi non avessimo un'impresa di completamento e di difesa nazionale da realizzare, anche se le guerre del Risorgimento avessero esauriti tutti i nostri desideri, e noi ci trovassimo, di fronte a questa guerra, nella stessa situazione, putacaso, della Repubblica argentina - che territorialmente non ha nulla da perdere e nulla da guadagnare - altre considerazioni ci farebbero obbligo di intervenire nella presente crisi contro il blocco austrogermanico. 1) La necessità, di impedire in Europa, e piu precisamente alle nostre porte di casa, la egemonia germanica. 2) La necessità di far passare ai tedeschi ed ai loro alleati la voglia di ricominciare da capo con attentati bestiali ai diritti nazionali, come quelli a cui sono stati fatti segno la Serbia ed il Belgio. ~ La necessità di contribuire ad un nuovo ordinamento dell'Europa, in cui la gente possa vivere tranquilla, senza il pericolo di essere travolta, da un momento all'altro, in sciagure mostruose, come questa che attraversiamo, per il capriccio criminale di una mezza dozzina di mascalzoni coronati o gallonati. Ed anche se queste necessità, non strettamente italiane, ma europee, non dovessero avere nessun peso sul cos1 detto "sacro egoismo" nazionale; anche se di altro non dovessimo occuparci che del compimento della nostra unità: anche se, fra gli Absburgo e noi, tutto si riducesse alla questione del Tren505 BibliotecaGino Bianco

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