Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

r "Come siamo andati in Libia" e a/,tri scritti dal 1900 al 1915 solidale dell'Italia e della Serbia, oppure aggregata all'Italia, secondo che la maggioranza dei cittadini stabilisca con· plebiscito; d) garanzie di libertà scolastiche assicurate nel trattato di pace, dall'Italia agli sloveni e croati delle nuove regioni italiane, e dalla Serbia ai nuclei italiani di Dalmazia; e) impegno da parte della Serbia, di non costruire nell'Adriatico arsenali e di non tenervi Botte militari; da parte dell'Italia, di non oltrepassar~ con la sua flotta il canale di Otranto; f) Trieste e Fiume e magari anche tutta l'Istria, costituite in zona doganale libera; le linee ferroviarie, che mettono o metteranno in comunicazione i porti italiani e serbi dell'Adriatico con le retroterre magiare, tedesche, boeme, regolate da convenzioni internazionali, analoghe a quelle che esistono fra l'Italia e la Svizzera per le comunicazioni fra la Svizzera ed il Medicerraneo. Quest'ultima condizione non guarirebbe certo nei magiari e nei tedeschi il rancore della sconfitta, né eliminerebbe in essi l'aspirazione a riprendere il dominio politico dell'alto Adriatico. Ma eliminerebbe ogni motivo economico permanente di inquietudine, e distrarrebbe le popolazioni dell'hinterland dall'avviare il loro commercio verso il mare del Nord o verso il mare greco, anziché verso Fiume e Trieste. La soluzione, che noi vagheggiamo, è agli antipodi di quella propugnata dai nazionalisti. Questi, occupando la Dalmazia e Fiume e l'Istria e Trieste, pensano di dominare cos1tutte le comunicazioni col mare della Bosnia, della Croazia, dell'Ungheria, della Slovenia, dell'Austria, della Boemia, e sperano di utilizzare queste posizioni politiche per sfruttare economicamente tutte le terre tributarie di Trieste e di Fiume. Ma non otterrebbero con la loro prepotenza altro risultato se non quello di sviare tutto il commercio adriatico verso il mare del Nord, verso il mar Nero, verso l'Egeo, e di associare nell'odio anti-italiano serbi, croati, sloveni, magiari, tedeschi e czechi. Il popolo ita/,iano e la guerra 1 Noi (e lo abbiamo detto piu volte su questo giornale) siamo avversi tanto a quella neutralità, che si chiude dentro la comoda e beata ignoranza di tutti i problemi che la guerra ha posti; quanto a quelPinterventismo che aspetta dalla guerra chi sa 1 Nel n° 13 de H L'Unità," a. IV, 26 marzo 1915, Ugo Guido Mandolfo pubblicò un suo articolo, che, data la personalità, l'amicizia con Salvemini e gli ar~omenti che espone, è indispensabile riprodurre per intero. Ad esso Salvemini fece segutre la sua postilla. Riportato anche ne L'Unità di Gaetano Salvemini, pp. 377-382. [N.d.C.] 494 Biblioteca Gino Bianco l

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