"Come siamo andati in Li,bia" e altri scritti dal 1900 al 1915 ' L'on. Giolitti ha sentenziato che la neutralità può dare all'Italia "parecchio." La Stampa, che dell'on. Giolitti è cosi buona amica, dovrebbe spiegare che cosa vuol dire quel giolittiano "parecchio." Il popolo è disposto a dimenticare tutte le mistificazioni libiche della Stampa, se essa, operando in coerenza con la sua ultima teoria, comincia a dar l'esempio di farci conoscere il vero della neutralità. · Non vogliamo credere 1 Non vogliamo credere che l'Italia stia patteggiando la neutralità benevola per l'Austria e la Germania, in compenso dell'Arcivescovado di Trento. Non si tratterebbe solo di una cattiva azione: cioè l'Italia si disinteresserebbe della sorte del Belgio e della Serbia. Sappiamo benissimo che la politica delle mani sporche esercita un fascino irresistibile per i nove decimi dei nostri uomini politici: sarebbero capaci di rimanere a mani vuote, pur di avere il piacere di essersele sporcate. Lasciamo, dunque, da parte le preoccupazioni morali. Peggio che una cattiva azione sarebbe cattiva anche dal semplice punto di vista del famoso " sacro egoismo " - uno sproposito madornale, perché un accordo che si limitasse al Trentino e lasciasse all'Austria o alla Germania Trieste e l'Istria, non risolverebbe nessuno degli elementi fondamentali del problema adriatico e servirebbe solo ad incatenare, nel peggiore modo possibile, ed in questo momento, l'Italia ai destini del blocco austro-germanico. Avremmo tutti gli inconvenienti, senza nessuno dei vantaggi, di tutte le soluzioni. Perciò non vogliamo credere. 1 Pubblicato in "L'Unità," a. IV, n° 11, 12 marzo 1915, p. 641, a firma L'UNITÀ. [N.d.C.] 490 BibliotecaGino Bianco
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