La peggiore ipotesi I italiani e francesi - ragionano quasi tutti coi piedi. Gl'italiani desiderano la Tunisia e aspettano a muoversi che la Francia, stretta dalla necessità, l'offra: ecco un ricatto. I francesi non pensano a darla, e aspettano qualche grande successo loro o dei loro alleati, che spinga finalmente l'Italia a volare in soccorso della vittoria: ed ecco un altro ricatto. Intanto la Francia perde ogni settimana tanti giovani forti e vigorosi, quanti sono i funzionari poltroni e catarrosi che tiene a sue spese in Tunisia. E l'Italia corre pericolo di trovarsi, alla fine, senza avere risoluto nessun problema e avendo perduto l'onore ... LA peggioreipotesi 1 " E se dovessimo essere sconfitti? Voi che affermate la necessità dell'intervento dell'Italia nella guerra, potete garantirci la vittoria? " - Questa domanda ce la siamo sentiti ripetere molte volte in questi mesi passati e si capisce bene che il dubbio sulle capacità dell'Italia di resistere ad una prova come quella di una guerra europea rappresenti nello spirito di molti italiani un grande e legittimo motivo di neutralità. A questo dubbio nessun uomo di coscienza potrebbe opporre una certezza assoluta di vittoria. La guerra, a cui l'Italia è chiamata, non sarà, no, una passeggiata militare di libica memoria; non sarà neanche il "colpo di grazia" rapidissimo e facilissimo, mediante cui molti si illudono di riportare con poca spesa e con mediocre sforzo una vittoria decisiva. L'Italia dovrà fare, relativamente alle sue possibilità, uno sforzo non minore delle altre potenze, che si trovano nella prima linea del conflitto. Questo ci sarebbe imposto dall'Austria e dalla Germania, anche se noi ci illudessimo di poterci fermare comodamente dopo aver realizzate le nostre piccole rivendicazioni territoriali. La Germania, al primo sentore di un'azione dell'Italia, tenterà senza dubbio, come ha fatto per il teatro orientale ed occidentale della guerra, di portare la guerra sul nostro territorio. Tenterà, quasi certamente, una rapida offensiva per la val d'Adige (una di quelle offensive delle quali ha dimostrato di possedere la forza ed il segreto); obbligandoci ad abbandonare la difesa di tutto il saliente del Veneto e del confine orientale. Probabilmente, occorrerà una parte delle forze italiane inviarla sul Reno e nella Dalmazia meridionale per aiutare lo sforzo franco1 Pubblicato in "L'Unità," a. IV, n° 9, 26 febbraio 1915, p. 633. [N.d.C.] 483 Biblioteca Gino Bianco
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