" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 aiutare l'Albania autonoma (se sarà possibile- che resti tale) a costruirsi le strade e le scuole e gli altri servizi pubblici che le sono necessari. Ma sappiamo benissimo che le nostre idee non sono quelle della maggioranza degl'italiani che si occupano di politica. Non che i piu abbiano idee opposte alle nostre: i colonialisti veri e propri, in Italia, sono altrettanto scarsi quanto siamo noi, anticolonialisti. La grande maggioranza del nostro paese non è né colonialista, né anticolonialista; ha tutte le idee e non ne ha nessuna; si volta di qua o di là secondo che si voltano di qua o di là i giornali quotidiani, cioè secondo che i direttori di questi giornali trovano opportuno manovrare, sia perché convinti in buona fede di dover manovrare ora di qua ora di là - e sono i meno, - sia perché pagati - e sono i piu - per mano- , vrare cosi. In questo momento, in Italia, la grande maggioranza degli uomini di tutti i partiti - meno i clericali e i socialisti ufficiali - è convinta della necessità che questa crisi mondiale non si chiuda senza una soluzione italiana del problema adriatico e del problema del Trentino. Ma questa massa è tutt'altro che compatta. Alcuni - per lo piu democratici - ritengono che l'Italia debba, oltre a questo problema speciale, cercar di risolvere il problema generale della sconfitta del pangermanismo, della totale liquidazione dell'Austria, della creazione di una nuova Europa in cui sia sperabile, nel rispetto di tutti i diritti nazionali, una piu solida pace e una larga diminuzione degli armamenti. Un'altra parte - in cui prevalgono i conservatori - non vede che i problemi speciali dell'Italia: il problema nazionale o adriatico, e il problema coloniale o mediterraneo. Sente la necessità di risolvere il primo, ma vorrebbe approfittare dell'occasione per dare una buona spinta anche al secondo. Per la soluzione del primo, si adatterebbe a muovere guerra al blocco austro-germanico, ma vorrebbe ottenere in precedenza dalla Triplice Intesa qualche serio affidamento anche nella questione coloniale. Se la Germania e l'Austria cedessero sul problema nazionale, mentre la Triplice Intesa rimanesse taciturna nella questione coloniale, non sentirebbero nessun bisogno di marciare contro l'Austria e la Germania; qualcuno, anzi, si domanderebbe se non sarebbe il caso di muoversi contro la Triplice Intesa per arrangiarsi nel problema coloniale, dopo avere assestato il problema nazionale. La neutralità italiana durerà - questa è la nostra impressione - finché la Triplice Intesa, non abbia fatto all'Italia offerte allettanti anche sul terreno coloniale. Se la Francia offrisse all'Italia la Tunisia, o parte di essa, gl'italiani tutti - anche i democratici - ammattirebbero dalla gioia, ed entrerebbero in guerra come cavalli sfrenati contro l'Austria. In realtà essi farebbero un pessimo affare, perché da ora in poi dovrebbero spender fior di quattrini in Tunisia, mentre finora se la godevano gratis; e i francesi farebbero un affare d'oro, perché finirebbero di seminar miliardi in Tunisia per tenervi quarantamila funzionari a far gl'interessi degl'italiani. Ma in queste faccende gli uomini - 482 Biblioteca Gino Bianco
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