"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 Ma questo non potrebbe essere per noi che un programma minimo. Il nostro programma massimo dovrebbe essere l'arrivo della Serbia all'Adriatico e la costituzione di uno Stato serbo-croato-sloveno nel triangolo LubianaBelgrado-Antivari. La Serbia sull'Adriatico Questa possibilità è considerata con sospetto da parecchi nostri concittadini. I quali, pur di evitare quello che essi chiamano il pericolo slavo, amerebbero che l'Italia con grande abnegazione aiutasse l'Austria a soffocare la Serbia e a giungere a Salonicco. Sostituirebbero, cos1, al pericolo di una · grande Serbia la certezza di una piu grande Austria! La realtà osservata senza traveggole austriacanti e nazionaliste è che la costituzione di una Grande Serbia, in nessun caso, cioè neanche nella ipotesi di un massimo ingrandimento, potrebbe rappresentare per noi un danno. Supponiamo, infatti, che l'Austria, la quale oggi pesa per terra e per mare al nostro oriente con 50.000.000 di abitanti, sia ridotta per la vittoria della Triplice Intesa a una trentina di milioni di abitanti, avendo perduto le provincie adriatiche, rumene e galiziane; e che a mezzod1 dell'Austria cos1 ridotta, funzioni una grande Serbia, la quale si sia incorporato la Erzegovina, la Bosnia, la Croazia, la Dalmazia, la Slovenia, magari anche Trieste e l'Istria. Facciamo cioè l'ipotesi piu estremamente favorevole alla Serbia e sfavorevole all'Italia. Sul continente, questo paese avrebbe bisogno continuamente dell'amicizia italiana per essere sicuro contro una rivincita dell'Austria. E questa solidarietà naturale consentirebbe all'Italia e alla Serbia di distribuirsi i compiti e le spese della difesa terrestre con grande sicurezza e risparmio dell'una e dell'altra. Per mare, esclusa l'Austria-Ungheria dall'Adriatico e ridotta a Stato esclusivamente continentale, quale fu - salvo le città libere di Trieste e Fiume - fino al cadere del secolo XVIII, l'Italia, coi suoi 35 milioni di abitanti si troverebbe di fronte a una nazione di neanche 10.000.000su un territorio scarsamente produttivo, incapace di fare nell'Adriatico lo stesso sforzo che vi fa oggi l'Austria coi suoi 50.000.000 di abitanti. Inoltre la necessità di assicurarsi l'amicizia terrestre italiana contro l'Austria, distrarrebbe la Serbia da ogni concorrenza navale con l'Italia. E l'Italia avrebbe il· diritto e - per sua futura sicurezza - il dovere di approfittare del momento di transizione fra il vecchio e il nuovo equilibrio per legare la Serbia con una convenzione non solo terrestre ma anche navale, la quale nello stesso tempo distribuisse gli oneri della difesa terrestre e interdicesse alla Serbia ogni inizio di spese navali. Ali' Austria di oggi noi non possiamo impedire di aver una -flotta, per416 BibliotecaGino Bianco
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