Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 zionale. Ora, fino a questi ultimi tempi, tutta la politica internazionale europea si aggirava intorno alla contesa franco-germanica; l'Inghilterra assisteva agli avvenimenti, soddisfatta del suo isolamento, contenta di vedere la Francia - sua rivale nel Mediterraneo - alle prese con la Germania, il cui ·meraviglioso sviluppo commerciale non minacciava ancora visibilmente la vita economica inglese. Era naturale quindi che il nostro Governo - avverso per ragioni dinastiche alla Francia - pensasse ad essere amico nello stesso tempo con l'Inghilterra e con la Germania; l'Inghilterra avrebbe contrastata la Francia nel Mediterraneo e la Germania l'avrebbe contrastata sul continente. Era una politica rovinosa per il paese - çlati i nostri interessi economici concordi con quelli della Francia e indifferenti a quelli della Germania - ma era almeno una politica logica e possibile dal punto di vista dinastico, che domina purtroppo solo la nostra politica. Ma oggi questa partita a tre non è piu possibile. La ostilità fra la Germania e l'Inghilterra da una parte e la Francia dall'altra si va celermente scolorando di fronte alla grande lotta commerciale fra la Germania e l'Inghilterra; è questo oramai l'asse della politica internazionale europea; la grande guerra futura scoppierà fra queste due potenze e la Germania vi si prepara costruendo una enorme flotta. Che cosa farà la Duplice innanzi a quest'avvenimento? La Francia preferirà l'Egitto o l'Alsazia-Lorena? La Russia si unirà alla Germania contro il nemico comune o sarà paralizzata dalle sue condizioni interne, piene di magnifiche promesse pel futuro ma di gravissime difficoltà nel presente? A queste domande risponderà l'avvenire. Certo è che è impossibile oramai esser amici nello stesso tempo e della Germania e dell'Inghilterra. Se dalla grande lotta anglo-germanica dovesse riuscir vincitrice la Germania, sarebbe questo per noi un colossale disastro. La vittoria germanica porterebbe per conseguenza una maggiore compressione degli elementi popolari nei confini dell'impero degli Hohenzollern, un aumento di reazione e di militarismp monarchico in Francia, la prepotenza dei ministri germanici in tutti gli affari del continente. Per l'Italia la vittoria della Germania sull'Inghilterra significherebbe un passo gigantesco degli Hohenzollern verso Trento e Trieste. Che avverrà in avvenire di tutti i popoli fra loro refrattari, che compongono il grande mosaico austro-ungarico? Riuscirà a conservarsi l'unità dei dominii ereditari di casa d'Austria? Se, come pensano i diplomatici, alla morte di Francesco Giuseppe tutto andrà in rovina e i paesi tedeschi si uniranno alla Germania, che avverrà dei paesi italiani? Sui quali i partiti popolari italiani non hanno nessuna ragione di piangere finché resteranno uniti all'Austria; ma, anche messo da parte l'attuale inconcludente movimento irredentista, noi dobbiamo sempre preoccuparci del destino di quei paesi, qualora doYessero sfuggire all'unità austriaca. Saranno nostri o tedeschi? Nel primo caso noi approfitteremmo in compagnia della Germania dello sfacelo austriaco. Nel secondo caso l'Adriatico diventerebbe 18 Biblioteca Gino Bianco·

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