Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

LA relazione dell'avanscoperta Figurarsi che questi ottimi uomini d'affari continuano ancora a proclamare che "attenendosi al campo positivo dei riconoscimenti fatti" dal dott. Giannò, è indubitabile che esistono "immensi giacimenti di zolfo " nella Gran Sirte. Il sottosuolo tripolitano non solo è ricco di zolfo, ma conserva tesori di fosfiti e di fosfati minerali: e in ailcune cave abbandonate scorgemmo la traccia di fosforiti. E mentre il famoso avv. Giannò aveva scritto che "la distanza da Tripoli al bacino minerario dei fosfati, varia da un minimo di km 80 ad un massimo di 120" (estratto dall'Esplorazione commerciale, p. S), gl'industriali, commercianti e agricoltori lombardi hanno il coraggio di falsificare finanche l'avv. Giannò e scrivono che "i giacimenti della Tripolitania si es~endono su 80 e fino a 120 km dal litorale." Quanto alle terre desertiche, esse certamente, secondo gli avanscopritori si somigliano a quelle della repubblica argentina "rese oggi feconde e ricche." È la corbelleria messa in giro dal gran Bevione, e che continuerà a circolare fra i nostri agricoltori improvvisati chi sa fino a quando, nonostante che la Commissione del ministro di Agricoltura, nelle Ricerche e studi agrologici sulla Libia, pp. 186 e 414, ne abbia dimostrata la solenne bestialità. Quanto all'acqua, è provato dall'esperienza che il sottosuolo libico è un inesauribile serbatoio di filtrazioni acquose: l'acqua si trova facilmente a profondità variabile dai 4 ai 10 metri. Gli ulivi in Cirenaica dànno 80 litri d'olio per ogni pianta, cioè un reddito lordo di 160 lire all'anno per ciascuna: e questo nonostante che le olive vengano spremute con mezzi primitivi: notizia capace di far venire un colpo d'accidente a qualunque olivicoltore della Puglia o della Liguria! E le invenzioni e le corbellerie si seguono l'una dopo l'altra in una processione spettacolosa e impressionante. I milanesi, si sa, quando ci si mettono, fanno le cose in grande. Le proposte degli avanscopritori si capiscono: Urge che non si arresti un solo istante l'opera del nostro Governo. Egli deve estenderla a tuttà 1a vasta mole d'interessi commerciali ed agricoli che attendono il soffio vivificatore della civiltà e del progresso per manifestarsi in tutto il loro splendore. Scuole, telegrafi, porti, linee di navigazione, comunicazioni ferroviarie e stradali, docks, impianti di acqua potabile, luce, gas, protezione e sicurezza, compiranno in breve il grande miracolo. E a'llorquando la vaporiera lanciando il suo fischio a nuove industrie, anelando in corsa, solcherà in tutti i sensi le nuove provincie italiche, e le tramvie elettriche e le automobili solleveranno nembi di polvere dove prima passava lento il cammello e il dromedario, alO.ora soltanto I'Italia potrà guardare orgogliosa e fiera il cammino cosi rapidamente percorso. Allora soltanto, non l'Europa gelosa, ma il mondo civile sarà grato a noi, ecc. ecc. 299 Biblioteca Gino Bianco

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